Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:47 min.
Etichetta:SAOL / H´Art / Zebralution

Tracklist

  1. ON THE ATTACK
  2. WHY NOT!
  3. MOTHER EARTH
  4. ROAD TO NOWHERE
  5. THE OTHER SITE
  6. LIKE A PHOENIX (YOU WILL RISE)
  7. WE ARE
  8. SEVEN SEAS
  9. I BELIEVE
  10. SECONDS TO MINUTES
  11. BEFORE THE STORM
  12. YOU AIN´T SEEN NOTHING YET (BACHMANN TURNER OVERDRIVE COVER)

Line up

  • Jacky Lee Man: vocals
  • T.R. Yorg: guitars
  • Steven Floyd: bass
  • Lars Thomas: drums

Voto medio utenti

Niente di più che probabile che sia stata la maledizione del Faraone a frenare la carriera di questa formazione tedesca formatasi nel 1986 e che, con alterne fortune ed un paio di split up alle spalle, ha messo in cascina solo un EP e due albums, l'ultimo dei quali proprio questo "Road to Nowhere", dove i Pharao si scrollano la ruggine di dosso, provando a piegare un sound di base NWOBHM con spunti Hard Rock ed un inaspettato approccio aggressivo. E lo fanno subito con "On the Attack", dove al cantante della formazione tedesca Jacky Lee Man (una voce nasale e non particolarmente convincente) viene in soccorso un altro veterano: Biff Byford dei Saxon, mentre sull'ancor più ruvida "Why Not!" troviamo un altro guest, Mario Le Mole (dei Mind Odyssey). Ma al di la degli ospiti e dell'energia messa in campo, i risultati migliori si hanno con la malinconica "Mother Earth", la lenta "I Believe", e con la veloce e catchy titletrack. Sono ancora i Saxon a dare una mano ai Pharao, con Nigel Glockler, Nibbs Carter e Paul Quinn a prendere parte a "We Are" (un mid tempo non particolarmente riuscito, sopratutto per colpa del refrain) ed il solitario Paul Quinn che presenzia con un bell'assolo su "Seven Seas".
Prima della conclusiva "You Ain't Seen Nothing Yet", non particolarmente riuscita cover dei Bachmann Turner Overdrive, incappiamo in un Tom Angelripper (sì, proprio il leader dei Sodom) che, anche in un contesto più classico, non rinuncia assolutamente al suo piglio aggressivo.

Tanto impegno e altrettanta perseveranza, ma risultati striminziti, con i Pharao che sembrano dover ancora rimettere ben a fuoco la propria proposta musicale.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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