Quest’uomo, credo, non ha bisogno di presentazioni.
Simone Fiorletta, in forza agli appena scioltisi Moonlight Comedy (
notizia fresca fresca direttamente dalla bocca del diretto interessato, ndr), ha al suo attivo una carriera lunga e variegata, che lo ha portato a spaziare dal prog-metal al blues al jazz alla fusion, e chi più ne ha più ne metta, tra i suoi albums con i MC, i dischi solisti, e le varie collaborazioni con artisti di calibro internazionale. Dotato di una gran tecnica allo strumento, e di una penna ancora più sopraffina, questa volta il buon Simone mette in piedi per Lion Music il progetto
No Gravity, sorta di all-star vocalist band in cui Simone ha scritto, prodotto, registrato, mixato, masterizzato e suonato alcune chitarre!!! Ma prima di parlare delle ugole, mi piace spendere più di una parola per la fase compositiva, e meramente strumentale, di questo “
Worlds in Collision”. Troverete al suo interno nove tracce, chiaramente modellate dal mastermind sulle peculiarità vocali degli interpreti, ma tutte molto omogenee tra di loro, in grado di sprigionare un altissimo tasso tecnico ed artistico, garantendo a Simone e a tutti gli altri bravissimi strumentisti la possibilità di sciorinare una prestazione maiuscola, valida da sola a giustificare l’acquisto del dischetto. A questo, aggiungete una manciata di grandi nomi, italici e non, dietro al microfono, ed il gioco è fatto. Molto convincenti le prove dei “soliti” Tiranti e Luppi, più bravi che mai nelle rispettive “
Nowadays” e nel primo singolo estratto “
I’m Bleeding”, ma qui c’è solo l’imbarazzo della scelta: dallo strepitoso Andy Kuntz (Vanden Plas) su “
Can’t Dream Anymore”, a Fabio “Rhapsody of Kamelot” Lione sulla potente “
Voices from the Past”, al superbo Mark Basile (DGM) in quella che forse è la più bella traccia del lotto, ossia “
The Killer”. Molto spazio, inoltre, è concesso all’amico/compagno d’armi nei Moonlight Comedy, Emiliano Germani, il quale si accaparra ben 4 songs. Scegliere tra questo e quel brano è impresa ardua, in un album che mantiene costante il suo altissimo livello qualitativo, volando sulle ali di un metal-prog tecnico ma melodicissimo nelle parti cantate, capace di dolci rallentamenti (”I’m bleeding”) come di sferzate muscolose e funamboliche, si prenda ad esempio di ciò la lunga, conclusiva “
Unexpected Gift”, dieci minuti da capogiro alla velocità della luce.
Diamo atto a Simone di essere, oltre che un bravissimo chitarrista, anche un writer di qualità superiore, capace di dar vita a brani dall’altissimo tasso di difficoltà, ma al contempo fruibili ed accattivanti, soprattutto per l’utenza prog-metal, che troverà in questo “Worlds in Collision” uno scrigno colmo di gioielli, da scoprire, ammirare, indossare, far propri. Well done.