Copertina 6

Info

Anno di uscita:2014
Durata:50 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. WATCHTOWER ON THE MOON
  2. UNFORGIVEN
  3. THE BOX
  4. TURNED TO DUST
  5. LOST IN YOUR MEMORY
  6. AUTUMN RED
  7. THE MYSTERY SHOW
  8. SIREN SKY

Line up

  • Damian Wilson: vocals
  • Karl Groom: guitars
  • Pete Morten: guitars
  • Richard West: keyboards
  • Johanne James: drums
  • Steve Anderson: bass

Voto medio utenti

Perplessità.
E' questo il sentimento preponderante durante e dopo l'ascolto di questo nuovo lavoro dei Threshold. Perplessità e un briciolo di delusione, perchè da gente come gli inglesi ti aspetti sempre qualcosa in più, un po' perchè ti hanno sempre abituato bene e un po' perchè sprecare il talento è sempre un dispiacere.

"For the Journey" non è un album brutto, ci mancherebbe altro. Gli album brutti sono altri, sono quelli che fatichi a finire e ti fanno sanguinare le orecchie, nel senso peggiore del termine. Questo invece è un album da poltrona, scritto in poltrona, suonato in poltrona e da ascoltare in poltrona, con un bel bicchiere di Porto, un caminetto e un cane.
E' un album che, a differenza del passato della band britannica, avanza davvero poco di Prog e abbraccia sonorità più intimistiche, senza improvvisi cambi di ritmo o tecnicismi fini a sé stessi. E' ragionato, con un Damian Wilson che in questo a volte ci sguazza e a volte sembra un pesce fuor d'acqua. Intendiamoci, a me Wilson piace da impazzire (anche se reputo il defunto Mac il miglior vocalist che i Threshold abbiano avuto nella loro storia) ma qui sembra il più seduto del lotto, quasi scazzato e senza troppa voglia di stupire, come se ciò che doveva dimostrare al mondo l'avesse già ampiamente dimostrato e..e basta, fine, va bene così.
Gli 8 brani del disco faticano a decollare, non riescono nell'impresa di entrare sottopelle e rimanerci e, alla fine dell'ascolto, lasciano quasi indifferente, che è forse ancor peggio di fare schifo. Non è una cosa che ti aspetti dai Threshold, un songwriting così poco ispirato e una prestazione globale semplicemente scolastica.
Dalla mediocrità spiccano "The Box" che, a fronte di una parte iniziale meravigliosa nel suo lento incedere, si apre coi minuti e diventa un pezzo realmente da Threshold e la bellissima "Autumn Red", dove finalmente Wilson esprime gran parte del suo potenziale. Discreta anche l'opener "Watchtower On The Moon", ma se ci si accontenta di brani del genere vuol dire davvero essere di bocca più che buona.

Marchiato come prog ma senza esserlo realmente, "For the Journey" è senza dubbio il punto più basso della discografia dei Threshold. Non brutto, ribadisco, ma un album che nulla aggiunge a una carriera che forse ha già sparato le cartucce migliori. Spero vivamente di sbagliarmi, perchè un talento del genere non può certo esaurirsi così.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 ott 2014 alle 00:58

Mah... non so se il punto più basso... Clone, a parte la meravigliosa voce di Mac, non era granchè ma forse, in effetti, aveva un paio di brani quantomeno originali. Eh... mi aveva deluso anche march of progress, specie dopo un capolavoro assoluto come dead reckoning, ma continuo a credere che a questi Threshold più recenti la voce di Wilson non si adatti, o quantomeno non si adatta a queste linee melodiche. Perchè negli Headspace mi fa venire i brividi e nei Threshold mi lascia totalmente indifferente?

Inserito il 20 ott 2014 alle 10:53

tristemente d'accordo...non sono mai stati degli innovatori ma hanno sempre fatto ottimi album e dal vivo sono veramente bravi...forse troppa fretta nel uscire di nuovo sul mercato dopo il "successo" dell'ultimo album gli ha spinti a non osare qualcosa di "nuovo" o "fresco"...confido nel futuro. ps.buona è la bonus track.

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