Al posto delle solite copertine da bassa macelleria di certi gruppi metal, non spiace questa dei The Plastics con le terga di una modella in primo piano e sullo sfondo la “Stars and Stripes” in fiamme. Anche perché dice già tutto.
Usa, belle donne, calore, non può che trattarsi di dirty rock’n’roll e per la conferma basta osservare la foto del trio, dei guappazzi che sarebbero stati fuori moda già negli anni ’80, figurarsi adesso.
L’unica piccola sorpresa è la provenienza della band, che non vive a Detroit o Little Rock bensì nei tranquilli e sonnolenti dintorni di Londra, ma è sicuro che idealmente corre ogni giorno sulle interminabili autostrade Americane per sfuggire ai poliziotti motorizzati tanto cari ai telefilms di molti anni fa.
Non c’è da scervellarsi troppo per analizzare l’album dei The Plastics, gente che vive nell’immaginario anni ’70 tra rock’n’roll, sex-party, alcool, motori ed un pizzico di attitudine selvaggia e ribelle, niente che vada oltre al “fai quello che ti pare, goditi la vita e battiti per i tuoi diritti..”, filosofia semplice ma efficace.
Musicalmente sono un concentrato di Kiss, Rolling Stones e punk melodico Americano, canzoni essenziali discretamente ruvide e senza tante pretese, ritornelli orecchiabili e ruffiani che esprimono positività, una manciata di assoli brevi e sguaiati, tutto nei canoni di quello che posso definire punk’n’roll. Grintosi ma non certo violenti, a furia di ascoltare il loro disco pezzi anthemici come “Grey”,”No class youth”,”Somewhere”, fanno battere il piedino e restano ficcati nella testa, il massimo risultato che possa pretendere una formazione come questa.
Se siete in cerca di retrò-rock solare ed energico prendeteli insieme ai labelmates Crash Kelly, un po’ di sano divertimento è garantito.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?