Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2011
Durata:47 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. IN OUR HANDS
  2. EMPTY-EYED
  3. INSIDE THE CIRCLE
  4. RACE THE SEAS
  5. COME HELL OR HIGH WATER
  6. HOMECOMING
  7. MOANA'S RETURN
  8. THE MARCH OF THE GOLEMS
  9. ONCE AGAIN

Line up

  • Dominic Serwe: bass
  • Sascha Schiller: drums
  • Manuel Wiegmann: guitars
  • Marc Peters: guitars
  • Robert Leger: vocals

Voto medio utenti

Inizialmente pensavo a uno scherzo, a un nuovo disco dei Blind Guardian sotto un altro nome, una raccolta di b-side o qualcosa del genere. Il motivo? Beh, bastano davvero pochi ascolti per rendersi conto di trovarsi di fronte a qualcosa di veramente simile ai dischi più gloriosi della band tedesca in termini di songwriting, riff e soprattutto di parti vocali, identiche in tutto e per tutto, a partire dalla timbrica.

Insomma, la ricetta è chiara: soluzioni ritmiche intricate e pesanti accanto a melodie incredibilmente accattivanti, oltre a un gusto speciale e rivisto in chiave moderna per le sonorità medioevali. Originalità zero, ma potenza allo stato puro, sprigionata da ogni singola nota dell’album, suonato alla grandissima e prodotto davvero bene. Funziona praticamente tutto dentro In Our Hands, che sarebbe un disco da 9 pieno, se non fosse che di dischi assolutamente identici ne sono già stati scritti anni e anni fa. Intendiamoci, però: arrivare a scrivere canzoni del genere non è affatto facile e i Solar Fragment ci riescono maledettamente bene. D’altra parte, la storia recente ci ha insegnato che copiando i maestri si può fare davvero tanta strada e l’esempio degli Airbourne è sotto gli occhi di tutti.

Se vi piacciono i Blind Guardian, è un acquisto che non può deludere, ma se cercate le novità statene ben lontani. Per quanto mi riguarda, si è meritato più di un passaggio nello stereo e credo che ne farà ancora parecchi nelle prossime settimane. Band come queste sono forse la dimostrazione che non c’è più nulla da inventare. Se sia vero o meno, sinceramente, ancora non l’ho capito. Certo però che, quando si ascoltano certe cose, il cuore si riempie sempre di gioia metallica.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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