Dite la verità, pensate davvero che un disco dei
Pendragon possa mai deludervi? Nel corso degli anni, Nick Barrett e soci hanno sempre dato prova di classe, coerenza e stile, seppur attraversando, a volte, periodi tormentati e difficili. Qualche cambio di batterista, qualche fluttuazione nel “mercato”, ma la musica dei Pendragon è sempre riuscita ad essere veicolo di grandi emozioni, e questo nuovo “
Passion”, grazie al cielo, non fa differenza.
Prog rock come dio comanda, le sette tracce di “Passion” alternano momenti più muscolosi, come l’opener omonima o la monolitica "
Skara Brae", a lunghe suite, come nel caso di “
Empathy” e della stupenda “
This green and pleasant Land”, in cui il sound della band si inerpica su sentieri impervi, regalandoci momenti tecnicamente da capogiro sovrapposti a melodie dolci, in cui la voce di Nick e le tastiere del sempre immenso Clive Nolan sanno egregiamente drappeggiare scenari sonori tra i più disparati. Di certo, la “difficoltà” di ascolto di un album come “Passion” ha dei pro e dei contro, favorendo la fruizione ad un pubblico musicalmente colto e preparato, ma impedendo allo stesso tempo ad un’utenza
mainstream di approcciarsi senza qualche inghippo al suddetto dischetto, la cui confezione, tra l’altro, merita un plauso, per il bellissimo artwork e per il bonus dvd davvero gustoso. A suggello di ciò, mi è doveroso citare le mille influenze che hanno dato vita alle sette songs, percepibili sotto forma di nunances sonore, campionamenti tra i più diversi, ed un generale alternarsi di atmosfere, reso magnificamente da questi quattro Artisti dello strumento musicale.
Album dunque consigliatissimo, anche a chi volesse avvicinarsi al rock progressivo, che vede nei Pendragon una bandiera, dal passato solido e dal presente convincente.