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Vomitory non si sono mai risparmiati, puntuali come le tasse si sono sempre fatti vedere per quello che sono nell'intimo più profondo: dei musicisti che non riescono a vivere senza il Death Metal. Persone che non riescono a trovare un minimo di serenità se non all'interno di un immaginario apocalittico fatto di riff disumani, di velocità assurde, è gente che non si risparmia, degli operai del Death Metal. A forza di lavorare sono arrivati a pubblicare l'ottavo album in carriera, e diciamocelo subito: non è cambiato assolutamente nulla, magari si sono perfezionati i dettagli, è aumentata l'aggressività (per quanto possa aumentare), ma siamo sempre al cospetto del solito truculento, brutale, incessante, Death Metal.
Opus Mortis VIII è formalmente un cd perfetto, a partire dalla struttura delle canzoni fra cui spiccano Bloodstained, They Will Burn e Torturous Ingenious, tre brani che delineano quelle che sono le coordinate sonore primarie dello stile targato Vomitory per poi arrivare all'esecuzione meramente tecnica. E' difficile dire quali obbiettivi la band potrà raggiungere con questo ritorno, ci saranno i soliti tour promozionali e la devozione incontrastata dei fans sparsi per il pianeta, ma non credo che si realizzerà un salto di qualità a livello di visibilità. La loro fetta di mercato si è consolidata negli anni e difficilmente verrà stravolta. Ad ogni modo i Vomitory sono un sinonimo di qualità, di solidità e di attaccamento alla causa, e in tempi di crisi, di poca innovazione, o più semplicemente di un abbassamento generale delle aspettative sono l'antitodo contro la depressione. Opus Mortis VIII è una bella dose di adrenalina sparata direttamente nella spina dorsale, con un ago spesso e lungo, adatto ad abbattere un cavallo. Ben tornati.