Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:39 min.
Etichetta:Hammerheart Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. UNHOLY TRANSCRIPT
  2. NON PHYSICAL EXISTENT
  3. MULTI DIMENSIONAL
  4. OVERSOUL
  5. MATERIALIZATION
  6. ASTRAL PROJECTION
  7. DISCARNATE ENTITY
  8. SUBVISIONS (INSTRUMENTAL)
  9. MANIFESTATIONS
  10. TIMELESS
  11. ULTRA DEMONS
  12. LAYERS OF REALITY
  13. ELECTRO MAGNETIC

Line up

  • Patrick Mameli: vocals, guitars, bass
  • Santiago Dobles: lead guitars
  • Tilen Hudrap: bass
  • Septimiu Hărşan: drums

Voto medio utenti

Se qualcuno qualche tempo fa m’avesse detto che nel 2018 avrei recensito positivamente un nuovo album dei Pestilence gli avrei dato del matto e l’avrei fatto internare. E invece mai dire mai nella vita, visto che i miracoli a volte accadono davvero. Come avrete intuito il mio giudizio su “Hadeon” è decisamente positivo, ed ora cercherò di farvi capire il perché…

In realtà il motivo è semplicissimo: questa volta il buon Mameli si è ricordato come si compongono i brani, invece di pensare soltanto a masturbarsi sul suo chitarrone a 8 corde. Vi sembra banale come motivazione? In realtà non lo è affatto. Perso nei meandri dell’ipertecnica e dei suoni futuristici, nei precedenti album Patrick aveva decisamente perso la bussola. Ora invece è tornato a mettere la tecnica della band, sicuramente sopraffina, mai negato, al servizio dei brani, riuscendo a comporre una manciata di pezzi che mi hanno fatto fare un bel tuffo indietro negli anni, e, qui la sparo grossa, non ho timore a dire che questo è forse il vero e proprio successore di quel capolavoro che risponde al nome di “Testimony of the ancient”.

Il death metal dei nostri è tornato ad essere ferale, colpisce con violenza fin dalla prima traccia “Non physical existance”, anche grazie ad un ottimo lavoro di batteria, quasi scevro di blast beat e quindi molto più dinamico e potente, le melodie di chitarra sono tornate ad essere dissonanti e malate come lo erano alla fine degli anni ’90, e perfino la voce di Mameli torna a ruggire come ai bei tempi. Insomma, tutte le cose sono al posto giusto, e brani come la stupenda “Multi dimensional”, “Manifestations”, “Layers of reality” o “Timeless” sono qui a dimostrarlo ampiamente. La produzione finalmente rende giustizia al lavoro fatto dai nostri, e pur essendo al passo coi tempi attuali non risulta gelida e inespressiva, tutt’altro, rende il sound molto avvolgente.

Insomma, pur non essendo a livello dei primi mitici tre dischi, siamo nettamente avanti alle schifezze pubblicate dal 2009 in poi, anno del ritorno sulle scene della band. Evidentemente i cinque anni impiegati per pubblicare questo nuovo lavoro hanno fatto bene a Mameli, l’anno fatto rinsavire, ed io non posso che gioire per questo. “Hadeon” è un signor disco che finalmente rende giustizia a quella che è stata, in passato, una delle band più importanti del panorama death metal mondiale, e che finalmente è tornata a fare quello che le è più congeniale: picchiare duro!

Recensione a cura di Roberto Alfieri

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 feb 2018 alle 17:13

Ripeto quanto scritto fra forum e youtube... Per me un 6.5 è meritato, non facevano un bel disco da un bel po'. Aggiungo solo alcune osservazioni: - confermo quanto già detto dal Graz; stupisce la qualità sonora (produzione e registrazione) - gli effetti sulla voce sono un'ingenuità imperdonabile - alcuni brani sembrano abbozzati, avrei preferito qualche sviluppo e un po' più di complessità della struttura, ma va bene così.

Inserito il 24 feb 2018 alle 14:35

"sono pienamente d'accordo a metà col mister" (cit.Garzya)

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