Terza release per il combo teutonico dei Gardens Of Gehenna, sempre Doom/Death ma oggi con un timido tentativo di rinnovo del proprio sound (o quanto meno un tentativo di evoluzione) grazie all'inserimento di loop, samples ed infezioni Industrial, quasi a richiamare alla mente atmosfere dei grandiosi Samael. Nonostante questi buoni propositi, questo four pieces fallisce l'obiettivo finale, anche perché non possono bastare qualche inserti elettronici in qua ed in là per risollevare un songwriting troppo semplice e scontato, mai coinvolgente: è come se i nostri avessero svolto il loro compitino con diligenza, ma senza destare sorprese e senza aver spunti di sorta. Sia chiaro, se cercate un dischetto Doom/Death sui generis l'avete trovato in ‘Mechanism Masochism’, ma materiale così sono sicuro che l'avrete già in più salse. Ancora una volta i limiti estremi di questo genere (che comunque soggettivamente parlando, mi riempie di gioia saper non ancora estinto) rimangono i My Dying Bride mentre (quasi) tutti gli altri stanno ancora li a guardare, compreso i Gardens Of Gehenna stessi. Peccato, un'occasione gettata al vento: se questi signori avessero forse osato un pochino di più, e rinnovo il forse, avremmo potuto ascoltare un album con i contro co****ni, anziché una release che lascia l'amaro in bocca (ascoltare 'Opus Noctis' per capire che i GOG avrebbero potuto dare alle stampe una chicca non da poco) ed incertezza di fondo. Rimandati alla quarta release, nonostante la buona traccia video che accompagna il dischetto.
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