Barn Burner - Bangers II: Scum of the Earth

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2011
Durata:42 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. SCUM OF THE EARTH
  2. DARK SIDE OF THE BARN
  3. GATE CREEPER
  4. KEG STAND AND DELIVER
  5. THE EARTH'S CRUST
  6. QUEST FOR THE CUBE
  7. BROTHER FEAR
  8. SKID MARKS THE SPOT
  9. CRUSHING DEFEAT
  10. GHOST JAM

Line up

  • Rick "Rocket" Richarde: bass
  • "Salut" Taylor: drums
  • Marc and the Doucettes: guitar
  • K. Keaglesmith: Vocals, guitar

Voto medio utenti

Mi ci sono voluti parecchi ascolti di questo album per decidere finalmente cosa scrivere.
Bangers II: Scum Of The Earth, sembra più il titolo del sequel di un film di serie B che il titolo di un album... ma questo effettivamente non importa molto.
Importa più il fatto che, nonostante i numerosi ascolti, la sensazione predominante che mi ha colto "esplorando" questo disco, non ha mai mutato dalla prima volta.
Il disco è prodotto, suonato, registrato, mixato e masterizzato in maniera altamente professionale; segno di una produzione che bada a quello che fa... i ragazzi non sono certo di primo pelo, anche se questo è solo il secondo album della loro discografia, e nel loro "salvadanaio musicale", col passar del tempo, hanno messo da parte un sacco di idee differenti ispirate certamente dalle le migliori band hard-rock e metal.
Arrivato il momento di rompere il porcellino e tirare fuori le idee, secondo me hanno commesso una svista: non le hanno divise e selezionate.
Infatti l'album sembra una raccolta di stili, sound e atmosfere tutte differenti l'una dall'altra... in effetti è difficile dare una definizione di genere a questo lavoro... se fosse un disco jazz lo si potrebbe catalogare come Fusion... ma con il rock è tutta un'altra storia.
La sensazione che si ha è quella di ascoltare una band con le idee poco chiare dal punto di vista artistico... la tecnica c'è, il sound c'è, l'energia c'è, suonano bene, il "collante" tra i vari strumenti è perfetto, la voce chiara ed energica... ma c'è sempre quella "incertezza" nel far capire che cosa si vuol fare.
Ci sono stili New Punk, Rock Alternativo, Metal (vecchia scuola), Hard Rock... e non solo tra un brano e l'altro ma spesso anche all'interno di brani stessi.
Sinceramente ho pensato molto a che voto dare al lavoro, ho messo sui piatti della bilancia le due parti principali, su un piatto il "suonato molto bene" e sull'altro "non capisco il perché di troppi differenti stili"...
Il risultato è che la bilancia non si è mossa di un millimetro. I due "pesi" erano esattamente equivalenti.
Quindi non mi rimane che rimettere a voi l'ardua sentenza... in ogni caso questo è un disco che io non comprerei.
Recensione a cura di Guido 'Sybelius' Zerbin

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