Ormai l'appuntamento con un nuovo disco dei
Saxon si è tramutata in una vera e propria chiamata alle armi, come dice il titolo. E' già da qualche anno che il carrozzone guidato da Biff Byford pare stia vivendo una seconda giovinezza, fatta di album pubblicati a cadenza regolare ogni due anni, ma soprattutto qualitativamente più che discreti, tutti con almeno tre o quattro brani da ricordare.
Call To Arms non è da meno e ci restituisce una band che guarda al passato ma sempre con i piedi piantati nel presente, nel futuro sarebbe chiedere troppo, del resto i Saxon sono fra i principali esponenti della NWOBHM, non è compito loro evolvere il genere, semmai hanno quello di conservarne e preservarne certi confini. Ottima la produzione: curata e pulita, eppure sempre con quel piglio live che rende canzoni come Surviving Against The Odds, Hammer Of The Gods e Chasing The Bullet delle vere e proprie delizie, concepite e suonate come al solito con gusto e stile. Ovviamente non siamo ai livelli dei primi quattro album ma è sempre un piacere constatare come le chitarre di Paul Quinn e Doug Scarret siano ispirate e pronte a coinvolgere migliaia di fan dal vivo grazie a melodie di facile presa e a ritornelli che ne sono sicuro, incanteranno e invoglieranno la gente a saltare e urlare in coro. Quando vogliono i Saxon sanno rallentare per donare spazio al phatos e a emozioni che non devono essere per forza caratterizzate da dosi eccessive di adrenalina e energia, mi riferisco alla più epica Mists Of Avalon, alla sinfonica title track oppure alla melodica Ballad Of The Working Man, traccia che con un titolo così la dice lunga sull'attitudine stessa di questi musicisti che non si sono mai montati la testa. Se proprio se ne sentiva il bisogno questo nuovo cd suona come una conferma dello stato di salute che coinvolge i Saxon da qualche anno a questa parte, e ora, come al solito, è tempo di tour e di Heavy Metal. Puro e diretto.