Fondati a Katowice nel 1992 dall’incontro fra Flauros (vocals) e Cymeris (guitars), i polacchi
Mastiphal appartengono alla prima ondata di band dedite al black metal e che vide emergere dall’underground, fra gli altri, acts quali Behemoth, Graveland e Christ Agony.
Dopo la pubblicazione del debut “For a glory of all evil spirits, rise for victory” per la Baron nel 1994, cominciarono contrasti interni fra i membri fondatori sulla strada da seguire che portarono allo scioglimento del 1998.
Nel 2009 però scocca nuovamente la scintilla artistica e reclutati nuovi compagni di viaggio nelle figure di Daamr (guitar), Oppressor (bass) e Senator (drums), i Nostri riannodano i fili del discorso interrotto dieci anni prima.
Dopo aver firmato un contratto con la connazionale Witching Hour, il quintetto comincia a scrivere e a dare una forma ai brani che costituiranno “Parvzya”
Il lavoro, registrato presso i Maq Studio e mixato presso gli svedesi Necromorbus, non dà l’impressione di una band arrugginita dalla lunga inattività, “Parvzya” dissolve i possibili (e comprensibili) dubbi fin dall’opener “The wall of phantom” grazie di un songwriting fresco e attuale assimilabile per molti versi a quello di “mostri sacri” quali Watain e Funeral Mist.
A mio avviso il pregio maggiore di “Parvzya” è quello di riuscire fin dalle prime note a creare un feeling diretto con l’ascoltatore, attraverso l’uso alternato di parti a fosche ad aperture melodiche, puntando molto sulla varietà piuttosto che sulla pedante ricerca dell’impatto fine a se stesso.
Questo fa sì che accanto a brani più tirati come “Man strikes god falls” e “Triumph of destruction”, si incastrino alla perfezione episodi più articolati e maligni come “Under the sign of the morning star” e “Chosen obituaries” (quest’ultima davvero molto Watain style) e funereo/apocalittici (v. “Nihil esse”).
Tutto ciò fa sì che “Parvzya” abbia le carte in regola per competere ad alti livelli nell’affollato oceano black metal senza fare la figura del vaso di coccio in mezzo a quelli di metallo.
L’unico dubbio che rimane è se in futuro i Mastiphal riusciranno a continuare, come mi auguro, su questa strada o se getteranno nuovamente alle ortiche il loro talento musicale. Speriamo di non perderli ancora.
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