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sediziosi, critica del sistema, linguaggio crudo e diretto, suoni aspri.
In questo nuovo “Lucas”, non cambia fondamentalmente l’approccio artistico / concettuale dei
Palkosceniko Al Neon, così come risulta intatta anche la loro reputazione di personaggi “scomodi” e “anacronistici”, gente che esprime
ancora il proprio dissenso per le contraddizioni evidenti della nostra società e lo fa attraverso una formula espositiva piuttosto “familiare”, fatta di hardcore-punk, di alternative e di crossover, chiamando in causa “cattivi maestri” quali Crash Box, Negazione (qui omaggiati con un’eccellente versione di “Brucia di vita”, brano tratto dal controverso “100%”, un disco presumibilmente colpevole solo di scarso “tempismo”!), Magazzini Della Comunicazione, Linea 77, Fluxus, Massimo Volume, in un misto di musica pesante e vibranti invettive vocali, mercato e merci, classi e conflitti, idee, idealismi e denuncia dell’imperante ipocrisia.
“Roba” superata? Ingenua? Utopistica? Forse, ma francamente quando il risultato è così preciso e “potente”, sia dal punto di vista squisitamente musicale e sia sotto il profilo della determinazione con cui viene manifestato e condannato il “disagio sociale”, è davvero difficile non apprezzare il lavoro di chi non si rassegna all’annientamento e alla remissività di un paese che, probabilmente prossimo alla “saturazione”, sta finalmente dando qualche debole segnale di un rinnovato “impegno”, soprattutto al di là delle forme politiche “istituzionali”.
Le canzoni, le strutture armoniche e i pertinenti incastri verbali e metrici hanno la forza espressiva necessaria a superare la carenza di originalità e alienare l’intromissione di un pizzico di eccessiva enfasi da “slogan” (aspetto che quasi fatalmente caratterizza questo tipo di produzioni discografiche), garantendo all’appassionato collettivo romano quella “credibilità musicale” indispensabile ad evitare che la questione diventi un’esclusiva analisi di puro
contenuto.
Le veementi “Assetto da resa”, “Colpo di Stato” (cover stravolta del dissacrante cantautore Stefano Rosso) e “Bunker”, le intense “Intervallo” e “Intolleranza”, le più volubili “Lucas”, “Alta tensione #2” e “Con un filo di voce” (guest Chiara DeSimone degli Amnesia), dove è apprezzabile qualche timido tentativo di evoluzione sonora (presente anche nella meno riuscita “Disamore #2”), rappresentano al meglio le ambizioni dei Palkosceniko Al Neon … produrre un rock militante, tagliente, rabbioso, corrosivo, certamente non inedito, ma mai smodatamente retorico … prendere o lasciare … personalmente, pur sempre auspicando in un’ulteriore progressione, propendo senza dubbio per la prima opzione.
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