Non penso siano necessarie tante parole per recensire un album come questo. Bollato come hard rock sul “foglietto illustrativo”, di hard rock ha veramente poco, perché si muove nemmeno troppo velatamente su toni rock abbastanza morbidi, molto americani, con suoni puliti e poca voglia di picchiare duro.
Sicuramente piacevole, guidato dalla grande voce di
Terry Ilous (XYZ, Great White), da un gran bel lavoro chitarristico del mastermind
Glen Bridger e da una produzione ottima, oltre all’anima puramente rock a volte cerca di mostrare qualcosa di più consistente, che però finisce per diventare quasi punk made in USA, come nel caso di
How Long. Episodi invece di grande spessore risultano
Without A Sound e
Good To Be Home, canzoni da 8 pieno, dove la band si spinge ai confini dell’AOR con estrema efficacia: peccato che tutto il disco non rimanga su questi registri, davvero un peccato.
E’ comunque alla fine che l'album perde almeno mezzo punto per una porcata di dimensioni inimmaginabili: la cover di
Heaven and Hell. Sottofondo elettronico, chitarre inspiegabilmente compresse, pezzo inutilmente riarrangiato, mentre al solito la voce si salva alla grande. Un atto di blasfemia imperdonabile e assolutamente inutile, a mio modo di vedere.
Insomma, qualcosa di buono c’è, accostato però a qualcosa di veramente evitabile. Vivamente consigliato un ascolto prima di pensare all’acquisto.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?