Illogicist - The Unconsciousness Of Living

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:45 min.
Etichetta:Willowtip

Tracklist

  1. THE SAME OLD COLLISION
  2. PERCEPTIONS FROM A DECEIVING MEMORY
  3. A DEFEATED SUFFERING
  4. THE AWARENESS OF A NEVER ENDING FALL
  5. A VOICELESS
  6. SOUNDING STRAIN (HIPNOTIZED)
  7. GHOSTS OF UNCONSCIOUSNESS
  8. MISERY OF A PROFANED SOUL
  9. THE MIND REAPER

Line up

  • Luca Minieri: vocals, guitar
  • Diego Ambrosi: guitar
  • Emilio Dattolo: bass
  • Alessandro Tinti: drums

Voto medio utenti

Gli Illogicist sono, ormai da 15 anni, sinonimo di garanzia, per quanto riguarda il technical-death metal qui in Italia, e non solo, viste le fortunate esibizioni all’estero, compresa una tournee americana di un paio di anni fa… Nati dall’amore di Luca Minieri per quelle sonorità death metal più tecniche e raffinate, quindi per gruppi come Cynic, Atheist, Pestilence, e, naturalmente Death, hanno sviluppato negli anni un proprio stile riconoscibilissimo. Se, infatti, è innegabile l’influenza che Chuck Schuldiner ha avuto sulla formazione musicale del combo di Aosta, è altrettanto vero che, oggi come oggi, sarebbe stupido e riduttivo marchiare gli Illogicist come mero gruppo clone dei Death. Certo, il fantasma di Chuck aleggia costantemente nelle composizioni del gruppo, ma il paragone salta fuori solo se si da un’ascoltata distratta al disco. Scavando a fondo si percepiscono le idee dei nostri, che, come già accennato, sono personali. La prima differenza, la più ovvia, è il numero spropositato di riff presenti nei brani. La band, infatti, riesce a partorirne in quantità industriali, di più diretti e di più melodici, il tutto, però, senza perdere di vista la forma canzone. È proprio questo, alla fine, il punto vincente degli aostani, quello, cioè, di riuscire, nella totale complessità dei brani, a far rimanere ben impresse le melodie, sia delle chitarre che della voce. Può sembrare una cosa da niente, ma non lo è. Troppi sono i gruppi che presi dalla propria vana glorificazione si perdono in ritmiche e riff talmente arzigogolati che fanno venire il mal di testa all’ascoltatore, oltre a risultare sinceramente brutti (chi ha detto ultimi Pestilence??). Gli Illogicist, invece, hanno un gusto melodico fuori dal comune, che gli permette di arruffianarsi l’ascoltatore pur eseguendo partiture davvero complesse, ma, al tempo stesso, fluide. Altra particolarità che gli ha sempre distinti è il non aver perso il contatto con il concetto di estremo. I brani picchiano duro, ci sono addirittura dei riferimenti al thrash, come in “The mind reaper”, e, ovviamente, al death più diretto, senza scordare alcuni riff più moderni che questa volta, più che in passato, fanno capolino qua e là, pagando tributo a quegli altri geniacci dei Meshuggah. Insomma, tanta carne al fuoco, per un disco che si fa ascoltare con voglia, grazie anche ad una produzione cristallina che mette ben in evidenza ogni singola nota e ogni singolo passaggio di batteria, il tutto perfezionato ulteriormente dal mastering ad opera dei rinomati Finnvoxx Studios. Se aggiungiamo anche una splendida copertina di Travis Smith (Testament, Amorphis, Anathema, Nevermore, Death, Opeth) direi che quadra tutto. Ripeto, sminuire il lavoro del quartetto riducendo il tutto a una semplice copia dei Death sarebbe irrispettoso per un gruppo che da anni si sbatte con professionalità massima per portare il nome del metal italiano in giro per il mondo. Premiati al 100%, non solo per la caparbietà, ma anche, e soprattutto, per l’innegabile ed evidente valore musicale. Un’ultima cosa… ho tralasciato, volutamente, un’analisi tecnica dei singoli strumentisti. Va da sé che per suonare, a questi livelli, questo genere, bisogna essere dei mostri, e gli Illogicist lo sono tutti, dai due axeman, a quel folle di Emilio Dattolo (basso), senza scordare l’ottimo lavoro svolto dietro i tamburi dall’ormai ex drummer Alessandro… Ma questo mi sembrava fin troppo evidente…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 feb 2012 alle 15:02

che disco signori

Inserito il 17 feb 2012 alle 17:28

Band con i contro cazzi. Disco da avere a tutti i costi.

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