Rieccoli, belli come il sole (insomma...si fa per dire!) ma bravi più che mai! I norvegesi
Pagan's Mind non sbagliano mezzo colpo, protagonisti di una carriera costantemente in ascesa, fin dal debut "
Infinity Divine" del 2000, passando dal maturo "
Enigmatic: Calling", fino al best-seller "
God's Equation", senza dubbio uno dei lavori meglio riusciti ed interessanti in campo power prog ed ultimo album uscito per la
Limb Music.
Con questo nuovissimo "
Heavenly Ecstasy" i Pagan's Mind compiono un bel salto in avanti, passando per la nuovamente salda
SPV, che gli garantisce maggiore visibilità e promozione e la meritano tutta dato che anche questo capitolo presenta una classe di gran lunga superiore alla media, una formazione preparatissima che sa equilibrare perfettamente tecnica, sentimento, passione, melodia e grinta, senza mai sfociare nell'eccessiva durezza, in bislacche architetture sonore o fiumi di melassa.
Sin dall'iniziale "
Eyes of Fire" veniamo colpiti per il gusto degli arrangiamenti e per la produzione stellare riservata a "
Heavenly Ecstasy", tutto appare davvero perfetto, dai suoni di pianoforte, dalle grintosissime chitarre, la sezione ritmica e, dulcis in fundo, la voce stratosferica e fenomenale di
Nils Rue che dà la biada a tutti i suoi colleghi più blasonati e più spinti da label più potenti e ricche.
La seguente "
Intermission" è il classico hit, il single da 90 che i Pagan's Mind hanno scelto per lanciare il disco e mai scelta fu più azzeccata: riff indovinatissimo, linee vocali accattivanti, arrangiamenti preziosi ed un chorus che esplode in tutta la sua potenza!
Un altro brano da segnalare è "Walk Away in Silence" che ha un flavour tutto particolare, molto cromato, molto anni '80, pronto a smuovere le teste e non solo di tutti gli ascoltatori, sia nelle loro case sia durante l'esaltazione di un live di questa formazione che anche sul palco dimostra tutta la propria potenza ed un carisma fuori dal comune; senza mai un cedimento arriviamo alla doppietta finale "
When Angels Unite" e "
Never Walk Alone" che suggellano una nuova prestazione maiuscola.
Ancora una volta l'unica pecca che possiamo riscontrare ma che alla fine non inficia nemmeno un po' il risultato finale è l'eccessivo uso di filtri alle vocals, cosa che i Pagan's Mind a quanto pare amano dato che in ogni loro lavoro la questione si ripete, ma come detto è solo la pagliuzza nell'occhio, l'ago nel pagliaio, l'oro in bocca al mattino...cosa c'entra non si sa, ma questa confusione mentale è data unicamente dallo stordimento provocato da un disco così bello, così fresco, così entusiasmante, che supera di gran lunga le recenti uscite di
Firewind e Kamelot e (lo diciamo sapendo di attirarci le ire di molta gente) devasta ed annichilisce le ultime uscite di
Queensryche, Symphony X e Dream Theater ma che giustamente sarà notato ed apprezzato solamente in minima parte a causa della ristrettezza mentale di tutti i fanboy delle succitate bands, ormai da tempo alla frutta, anzi al caffè.
Godiamoci il quinto, entusiasmante lavoro di questi norvegesi nella speranza che la qualità, per una volta, paghi: accantonando le parole lasciamo spazio alla musica con la M maiuscola e vi lasciamo qui sotto il video di "
Intermission", sicuri che intenditori di musica come i gloriosi lettori di Metal.it non rimarranno insensibili al richiamo dei
Pagan's Mind.