Ehi, ci siamo anche noi!

E' un po' questo il messaggio che i Tasters (ex Taster's Choice) vogliono mandare al mondo della metalcore: ci siamo anche noi italiani. E dev'essersene accorta anche la Nuclear Blast, che ha messo sotto contratto il combo livornese permettendogli di mandare alle stampe questo "Reckless Till the End", dopo 12 anni di onorata carriera e due fortunati dischi quali "Shining" e "Rebirth".

"Reckless Till the End" riparte da dove avevamo lasciato i Tasters nel 2009, con in aggiunta qualche arma: in primis la produzione, che garantisce al già granitico suono dei Nostri un qualcosa in più, in particolare riguardo la resa sonora delle chitarre; e poi un uso più metodico e importante dell'elettronica e delle tastiere in generale, che garantisce a tratti una netta virata verso la melodia, qualcosa che nei passati lavori era messa in secondo piano a favore della pura potenza sonora.
Che i livornesi fossero ricchi di talento l'avevamo già notato coi precedenti lavori, ma in questo disco dimostrano chiaramente di potersela giocare potenzialmente con chiunque nel panorama metalcore mondiale. Il problema è che il disco troppo spesso rischia di scadere nello sbadiglio, presentando canzoni che si assomigliano un po' troppo e che non spiccano per originalità, risultando ripetitive al limite dell'auto-plagio.
Bella l'opener "Katherine's got a Secret", dove a fronte di una partenza energica s'inserisce in maniera perfetta l'elettronica e la voce camaleontica di Daniele Nelli, in grado di padroneggiare a dovere sia lo scream che il growl che il cantato pulito, anche se in quest'ultimo sembra peccare un po' in alcune fasi di passaggio tra gli stili.
Notevoli anche la successiva "Please Destroy the World" e "Shadows", nelle quali si avverte la sensazione citata in precedenza che la produzione faccia un grosso lavoro nello spingere i brani.
Le altre canzoni invece sono piacevoli al primo ascolto, fanno scapocciare per un po' ma già al secondo o al terzo giro nello stereo iniziano a stancare, non rimanendo per nulla impresse.

Insomma un lavoro maturo ma non troppo, che mostra un ottimo potenziale, evidenziato in particolare in una manciata di canzoni, ma che allo stesso tempo presta il fianco a qualche critica dovuta all'uso eccessivo della carta carbone. Speriamo che la Nuclear riesca a spronare i Tasters e che i livornesi stessi tirino fuori la voglia di fare e l'originalità, perchè le capacità sicuramente non mancano. Alla prossima!

Quoth the Raven, Nevermore..