Nel 1994 si era in piena epoca grunge e i
Motley Crue, così come altri gruppi, si lasciarono tentare dall'avventura del disco "
diverso" rispetto a tutte le precedenti uscite
Molti gruppi nel tentativo di rinnovarsi fallirono, con prodotti poco credibili, mentre altri tipo i
Kiss col sottovalutato "
Carnival Of Souls" e i
Crue con l'omonimo album, sfornarono due ottimi dischi.
E la cosa apparve più sorprendente per i Crue, in quanto gruppo da sempre considerato leggero, da party, fatto per le ragazzine eccitate dagli ancheggi di Vince Neil e musicalmente certo non un mostro di bravura, nonostante album di valore quali i pluripremiati, "
Grils, Girls, Girls" o "
Dr Feelgood" ad esempio.
Eppure la band di Nikki Sixx fu in grado di far uscire un album sorprendente, quello che io definisco della maturità, con un songwriting inaspettatamente potente e ispirato, con un'esecuzione sopra le righe, partiture complesse e articolate, grandi riff, strutture melodiche che richiedevano più di un ascolto per essere assimilate, con la sezione ritmica guidata da un Sixx e un Tommy Lee in stato di grazia
E poi con dietro al microfono un GRANDE John Corabi, autore di una prestazione vocale assolutamente perfetta per grinta, passione e resa finale e senza considerare il suo ulteriore apporto in sede di secondo chitarrista. Sentirlo urlare il chorus di "
Hooliganìs Holiday" - pezzo dal groove irresistibile - dà una carica unica, così come duri, potenti risultano pezzi quali "
Til Death Do Us Part" o ancora "
Smoke The Sky" dal tiro micidiale, forse il pezzo più heavy mai composto dalla ciurmaglia multicolore.
Ma non è solo muscoli e sudore, sull'album troviamo anche due splendide ballads quali "
Driftaway" e sopratutto "
Misunderstood", a mio parere un lento molto più maturo della pompatissima "
Home Sweet Home"..
Il platter cattura ascolto dopo ascolto e si fa perdonare qualche calo - inevitabile - in alcuni pezzi quali "
Babykills" o "
Loveshine"grazie alla prova sopra le righe di tutta la band, e per gli amanti dei Crue più classici c'è "
Poison Apples" un RnR sbarazzino che sembra uscire direttamente dalle sessioni di "
Dr Feelgood".
Motley Crue è un album da riscoprire assolutamente e che ci mostra la band in una forma matura e smagliante, lontana anni luce dai brillantini, i pants aderenti e gli ammiccamenti da "puttane del Rock".
Il metal e' una cosa seria e qui i Crue lo hanno dimostrato alla grande