Un calcio in faccia.
"Second Coming" , terza fatica degli
italiani Disguise, è questo.
Un violentissimo impasto di Black Metal dal taglio "moderno" alla
Satyricon e Death di scuola americana concepito per distruggere tutto.
Gli otto brani del disco corrono come un treno impazzito su binari metallici verso una meta oscura ed inquietante. Un'atmosfera malsana permea ogni singolo passaggio sonoro dove vocalizzi semplicemente micidiali, che devono molto all'
Attila Csihar di
De Misteriis Dom Sathanas ma anche a certa avanguardia norvegese di metà anni 90, si incastrano alla perfezione con partiture sinfoniche di scuola
Dimmu Borgir e rasoiate di chitarra gelide e dissonanti che fanno accaponare la pelle per la logica di annientamento che sottende ai loro vorticosi intrecci.
"Second Coming" è un album semplicemente devastante, da ascoltare tutto di un fiato e nel quale sprofondare senza remore.
Sarà dura riprendersi dall'ascolto di tale metodica ferocia musicale in cui i tempi sanno spazzarti via sia quando sono sostenuti, sia quando rallentano per darti il colpo di grazia.
Segnatevi bene questo nome.
Disguise.
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