Nonostante l’abbandono di Dan Zimmermann, i
Freedom Call ci sono ancora, e più vogliosi, zuccherosi, boy scout che mai. La creatura di
Chris Bay torna a due anni di distanza da “
Legend of the Shadowking”, con il ‘nuovo’ acquisto
Klaus Sperling (ex-Sinner, -Primal Fear), che assicura dietro le pelli lo stesso sound e la stessa matrice power pura e semplice che ha finora contraddistinto il lavoro dei crucchi. Nessuna sorpresa quindi, ma vi dico la verità: se al posto delle qui presenti 14 tracce, il nuovo cd ne avesse avute 8-9, questo sarebbe stato un discone. Ed invece, cari lettori di Metal.it, qui è pieno di fuffa insulsa, messa lì a far numero, ma che abbassa paurosamente il valore complessivo di un album che comunque, ad onor del vero, non brilla affatto per qualità.
Happy metal scontato ed a volte esageratamente ‘pop’, in questo album il ruggito del metallo sembra essersi affievolito un po’ troppo. Complici cadute clamorose come “
Rockstars”, “
66 Warriors”, “
Hero on Video” o “
Rockin’ Radio” che sembrano buone per un passaggio su Mtv una trentina d’anni fa; ed è un vero peccato perché, dall’altra parte della staccionata, troviamo brani azzeccati e convincenti, e mi viene in mente “
Crimson Dawn”, l’epica “
Valley of Kingdom” o una “
Eternity” impreziosita dal pianoforte e da un bell’arrangiamento. Un esagerato spandere pace, amore e fraternità, che tanto per cambiare alla fine porta solo ad una pedissequa ripetizione di cliché che, alla lunga, si consumano ed esauriscono la loro forza creativa.
Quest’album è la perfetta dimostrazione di una tesi che qui a Metal.it molti di noi sostengono da tempo:
escono troppi dischi. E troppi dischi uguale un sacco di robaccia, una continua rincorsa al mercato, a cercare di spillare la quindici euro al metallaro di turno, che sarà anche disadattato, reietto e quel che vuoi, ma a quanto pare muove un mercato che è ormai diventato imponente, per quantità di uscite e per distribuzione globale. Tornando veolcemente IT: “
Land of the Crimson Dawn” è per chi scrive un disco evitabile, un mezzo passo falso che non aiuterà Chris Bay e soci ad uscire da quel cono d’ombra che ammanta la band del
“volemose bbene”-metal da tanti anni.
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