Presagi.. E quelli che i francesi
Monarch mettono in musica in questo
"Omens", sesto sigillo della loro carriera, non sono certo dei più ottimistici o carichi di speranza: il quartetto capitanato dalla cantante
Emilie Bresson si fa autore di uno sludge/drone/doom dalle tinte fosche ed inquietanti, tetro nel lento procedere trascinato delle chitarre e disperato nei vocalismi sgraziati ed urlati della sua frontwoman. "Blood Seeress" si rivela esemplare in tal senso, nel suo lento incedere a suon di accordi profondissimi e grevi, mentre la voce di Emilie mette i brividi da quanto inquietante riesce ad essere. Un brano lungo e dilatato, giocato sulla sistematica ciclicità del riff portante che giusto sul finale concede qualche timida variazione. "Transylvanian Incantations" tiene fede al suo sinistro titolo e si caratterizza per un mood ambient gelido e spietato, evocando lugubri visioni che paiono veramente uscite dalle montagne più desolate dei Carpazi. A mettere il sigillo su "Omens" tocca alla lunga "Black Becomes The Sun", certamente il brano più intenso e meglio riuscito del disco, imperniato su un riff sofferente e lento su cui la voce della canatante Emilie regala ancora emozioni a bizzeffe. Largo spazio a momenti solamente strumentali, in un brano che pare più vicino ad un certo funeral doom piuttosto che ad uno sludge/drone apocalittico e senza speranza.
Da apprezzare inoltre la durata tutto sommato ristretta di "Omens", che scongiura così il rischio di annoiare o di trascinarsi più del dovuto. Tre brani decisamente validi e variegati tra di loro, uniti dal fil rouge dell'angoscia, della pervasiva ed insistente sensazione di un apocalisse incombente e della totale assenza di speranza. Nerissimi.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?