Il precedente
"Andacht", uscito nel 2007, avrebbe dovuto essere l'ultimo lavoro dei tedeschi
Lunar Aurora.
Un addio coi fiocchi, considerando che quell'album era, e resta, uno dei migliori lavori in ambito black metal mai pubblicati.
Invece non si è trattato di un addio, ma di una nuova porta che il gruppo ha aperto sull'oscurità ed attraverso la quale i
Lunar Aurora sono passati per consegnarci il nuovissimo
"Hoagascht", album molto atteso nei circoli estremi della musica dura.
Cinque anni di assenza dalle scene non sono pochi, cinque anni durante i quali la notte è calata sui nostri con le sue spire tenebrose.
Ma proprio le tenebre hanno nutrito il nuovo lavoro rendendolo affascinante e, senza ombra di dubbio, degno erede del suo prezioso predecessore.
"Hoagascht" è
oscurità dunque.
Ma non in modo convenzionale.
Chi conosce il gruppo sa bene, infatti, che la sua proposta risulta essere molto particolare e perciò immediatamente riconoscibile.
Il suono di questo ritorno è evocativo, opprimente, spettrale, viscido e soprattutto dotato di una forza espressiva spaventosa.
Ambient/Black Metal è l'etichetta che meglio può definire l'album, per quanto sia possibile pensarne una catalogazione.
Il gruppo di
Aran, che in questa occasione si occupa di tutti gli strumenti, si muove lungo sentieri di pura poesia nera all'interno dei quali i pattern di chitarra ripetuti all'infinito si adagiano su tappeti di tastiera dal suono sinistro ed inquietante fino a formare una lunghissima traccia sonora che squarcia davvero l'anima, andando a sfiorare, di tanto in tanto, territori di matrice doom.
Tra momenti ambient di pura alienazione e partiture black che divorano l'ascoltatore, si agita lo scream inquieto di
Whyrhd, tornato nel gruppo dopo averlo lasciato nell'uscita precedente, che declama i testi composti, per l'occasione, in dialetto bavarese al fine di conferire un taglio di ulteriore elitarismo alla proposta.
I
Lunar Aurora scelgono l'atmosfera per questo nuovo album preferendola alla velocità, la scelgono e ce la presentano in tutto il fascino misterioso di brani perfetti come l'opener
"Im Gartn", terrificante e dolce al tempo stesso, o la magnifica
"Sterna" dalle armonie che letteralmente urlano disperazione verso il cielo o ancora l'allucinante
"Beagliachda" con le sue movenze marziali.
"Hoagascht", bisogna sottolinearlo, non è un disco facile o immediato.
Le sue melodie sono profondissime e ricercate, ma hanno bisogno di tempo per penetrare nell'animo, per svelare il loro suadente aspetto fatto di dolore e magniloquenza che si fondono insieme.
Tempo che se verrà concesso a questo disco vi ripagherà con una esperienza unica.
Perchè la musica dei
Lunar Aurora è unica.
Bentornati.