Rock sporco, carico di diverse influenze e, soprattutto, di una sana attitudine goliardica: questa la ricetta proposta dai nostrani
Lovemongers.
L’inizio è bruttino, devo ammetterlo, con un pezzo sgangherato e noiosetto, ma subito i segnali di ripresa si palesano con il rock ‘n’ roll di
Tsunami Surfer e con la successiva
Latin Lover Is Over, in cui finalmente sia la strofa che il ritornello convincono e in cui la prestazione di tutta la band riesce a far dimenticare i problemi di produzione. La malinconica
Closing Curtains dimostra la buona capacità di songwriting ma paga un assolo inadeguato, ancora una volta penalizzato da suoni troppo approssimativi. L’ultima track,
The Misbehavers, è invece piacevole e ancora una volta divertente.
Lavoro positivo che mette in luce buone potenzialità, anche perché la band ha una personalità abbastanza definita, caratterizzata anche da una voce molto approssimativa ma decisamente affascinante. Certo, i Lovemongers sono da rivalutare sulla lunga distanza e con suoni più accettabili. Nel frattempo, andate a dargli un ascolto.
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