"Of Carrion and Pestilence", opera prima degli spagnoli
Mass Burial, è stato rilasciato a febbraio e quindi la mia recensione arriva, e me ne scuso, con un mese di ritardo.
A sentire il disco, tuttavia, il ritardo è di circa
vent'anni dal momento che il gruppo ci offre un lavoro che sarebbe potuto uscire in Svezia nella prima metà degli anni '90 quando
Entombed,
Dismember,
Grave e compagnia urlante mettevano a ferro e fuoco il nord Europa con la loro personalissima visione del Death Metal.
La mia recensione potrebbe benissimo finire qui.
I
Mass Burial non si limitano, infatti, a farsi influenzare dai gruppi succitati, ma ne ricalcano le orme in maniera pedissequa.
"Of Carrion and Pestilence" altro non è che un disco
clone dei capolavori svedesi del death. Ne riprende per filo e per segno tutte le strutture, le melodie, la ferocità, i suoni. Tutto.
Beninteso, clone di capolavori, ma non un capolavoro.
Originalità, dunque, inesistente.
Ma se, come me, siete abbastanza attempati da poter aver vissuto quella stagione musicale in prima persona e se come me sbavate per questo suono marcio e tenebroso, gioirete senza dubbio nell'ascoltare le chitarre a motosega, la furia belluina degli intrecci ritmici e la voce da maiale scannato del singer. Ovviamente, come già ricordato,
"Like An Ever Flowing Stream" è già stato scritto ed è già passato alla storia e, ancora più evidentemente, i
Mass Burial non ne faranno parte, ma, dannazione, questo disco spacca i culi, se mi passate il francesismo.
Fate quello che volete, ma io vi consiglio di ascoltarlo questo
"Of Carrion and Pestilence". Non ve ne pentirete.
Death fucking metal.
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