Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:Arise
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. PLEASURE AND PAIN
  2. THE PRAY
  3. PAST LIFE
  4. THE MAN WITH 1000 FACES
  5. REBELLION
  6. SOUL COLLECTOR
  7. SAD EYES
  8. I'LL NEVER UNDERSTAND
  9. WILL THEY COME?
  10. FINAL DEMAND

Line up

  • Petri Kuusisto: guitars
  • Stefan Westerberg: drums
  • Peter Kronberg: vocals, bass
  • Johan Jahlonen: guitars

Voto medio utenti

Gli Asperity nascono da un'idea di Stefan Westerberg e Petri Kuusisto, impegnati anche nei Carnal Forge ed entrambi ex In Thy Dreams, sopratutto per il desiderio di Stefan di tornare alla batteria dopo essersi disimpegnato al microfono degli Steel Attack ma allo stesso tempo per suonare qualcosa che non fosse la musica estrema proposta da quello che rimane il loro gruppo principale, i Carnal Forge. Siamo di fronte ad una coppia di musicisti che in qualche anno è stata quindi in grado di passare dal death melodico degli In Thy Dreams a quello più orientato al thrash dei Carnal Forge al power metal degli Steel Attack. Anzi per essere precisi Stefan Westerberg ha suonato anche sul debutto dei doomster World Below e sta cercano una label per un altro suo gruppo, i Leech. Prima di arrivare a "The Final Demand", i due devono però completare la formazione, e reclutano così il cantante/bassista Peter Kronberg (in passato anche negli sconosciuti Section Eight) ed un secondo chitarrista, Johan Jahlonen, il quale, senza precedenti e legami ad altre formazioni, finisce con il rovinare la media "presenze" del resto del gruppo. Tutto questo insistere sull'aspetto biografico del gruppo, potrebbe far pensare di trovarsi di fronte o a un capolavoro in grado di fondere diversi aspetti dell'Heavy sound, oppure ad un tipico album da progetto parallelo. Beh... "The Final Demand" non lascerà un segno nella storia del Metal. Si tratta di un album che palesa un buon gusto melodico, su un suono ben ritmato, a cavallo tra la tradizione ed un feeling più attuale, tra i Tad Morose ed i Masterplan, ma con qualche riempitivo di troppo ("Past Life", "Soul Collector" ma anche la sin troppo derivativa "I'll Never Understand"). Tra gli aspetti positivi la prova al microfono di Peter Kronberg, favorito da un songwriting in grado di esaltare la bontà delle linee vocali, una capacità ben esemplificata da "Pleasure And Pain" o da "Rebellion". Gli Asperity (tra l'altro pessimo moniker!) senza mai demeritare non danno comunque l'impressione di poter aspirare ad intraprendere una carriera duratura.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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