Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:56 min.
Etichetta:Listenable
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SWANDIVE
  2. OSTENSIBLY IMPREGNABLE
  3. YOUNG MAN
  4. TRANSGRESSION
  5. THE BARRIER
  6. EFFLUENT
  7. POLARS
  8. HEAVE

Line up

  • Pieter Vierpaalen: vocals
  • Dennis Aarts: bass
  • Jochem Jacobs: guitars, vocals
  • Stef Broks: drums
  • Richard Rietdijk: keyboards
  • Bart Hennephof: guitars

Voto medio utenti

I new comer Textures vengono dall'Olanda e propongono un death metal core misto al thrash fatto di tempi ritmati, voci urlate e chitarre dal riffing serrato e violento. Il tocco "cyber" dato dalle chitarre, dai samples e dalle melodie in genere è palese e il primo nome che ci viene in mente ascoltando "Polars" è proprio quello dei Meshuggah. Quindi, amanti del gnere, sapete cosa aspettarvi: chitarre devastanti, tempi dispari, pezzi di batteria schizzatissimi e grande grinta! Il disco suona bene e la band dimostra di avere della grandissime doti tecniche nonchè delle buone doti compositive, seppur un pizzico di originalità in più non guasterebbe. Quindi non c'è molto altro da dire: "Polars" è molto fluido e devastante al punto giusto (basti ascoltare la bellssima e "in your face" - e personalmente la migliore del lotto - "Young Man") e nelle sue song più dirette, potrebbe essere una vera e propria "minaccia" verso band ben più note ma povere di idee valide. L'unica critica che può essere mossa è senza dubbio quella della "pesantezza" generale. Mi spiego: se canzoni come "Young Man" o "The Barrier" hanno una forza dirompente che sfocia sin dal primo ascolto, gli altri pezzi sono molto più ostici all'ascolto e a lungo andare risultano pensatissimi (esempio lampante sono le ultime due songs, la prima della durata di 18 minuti carichi di pezzi allucinanti e sinceramente un tantino esagerati, per non parlare proprio di "Heave": 14 minuti strumentali fatti di tastiere e samples atmosferici). Il "problema" che sorge quasi sempre di fronte a band del genere è sempre lo stesso ed è sempre a scapito dell'imediatezza e dell'ascoltabilità generale: al posto di più pezzi in stile "Young Man", dove il death metal/thrash melodici la fanno da padrone e dove in effetti la musicalità e l'impatto sono evidentissimi, si va alla ricerca di mille tecnicismi e pezzi allucinanti che rallentano il tiro generale e vanno a comporre un disco bellissimo ma pesante. Allora qui sta a voi decidere: se amate questo genere, siete disposti a dedicare molti ascolti a "Polars" e non vi fa nè caldo nè freddo se le songs non sono poi così immediate, allora vi consiglio caldamente i Textures. Se invece la pensate come me, allora niente!
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras

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