Copertina 9

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:57 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. QUANTUM X
  2. ASCENDING TO INFINITY
  3. DANTE'S INFERNO
  4. EXCALIBUR
  5. TORMENTO E PASSIONE
  6. DARK FATE OF ATLANTIS
  7. LUNA
  8. CLASH OF THE TITANS
  9. OF MICHAEL THE ARCHANGEL AND LUCIFER'S FALL

Line up

  • Alessandro Conti: Vocals
  • Luca Turilli: Lead Guitars, Keyboards
  • Dominique Leurquin: Lead and Rhythm Guitars
  • Patrice Guers: Bass
  • Alex Landenburg: Drums

Voto medio utenti

Se ne è parlato talmente tanto che farvi un riassunto qui mi sembra ridondante. Da quando Luca Turilli ed Alex Staropoli hanno deciso di proseguire separatamente le loro carriere, il gossip è stato feroce: chi andrà con chi, che piega stilistica prenderanno i due progetti? Ma la vera domanda, quella che sta in fondo al cuore di Voi marci lettori di Metal.it, è sicuramente una: chi farà il disco migliore? Chi farà schifo? Chi, insomma, potremo divertirci ad infamare e prendere per i fondelli? Perché si sa, all’italico piace infierire sul prossimo, appena se ne ha la possibilità, invece di supportarlo. Bel cappellone introduttivo palloso, eh???

Bene, non vi tedio oltre, torniamo sull’argomento. Ladies and gentlemen, benvenuti all’undicesimo album dei Rhapsody o, se preferite, al primo album dei Luca Turilli’s Rhapsody, al cui interno militano gli ‘ex’ Dominique Lerquin e Patrice Guers. Accompagnato in studio da Alex Holzwarth alla batteria, il prode Luca recluta subito dopo il talentuoso Alex Landenburg (Holzwarth resterà ‘sull’altra sponda’), ma il nome tanto atteso era quello del singer. E la voce dei LT’s Rhapsody, alla fine, è quella di Alessandro Conti, fenomenale ugola già dei Trick or Treat. Dalle dichiarazioni di Turilli, prima dell’uscita del disco, si parlava di una direzione più “cinematografica” e meno fantasy, ma con tutto il sound Rhapsody… Ci saranno riusciti?

SI’.


Ascending to Infinity” è un disco a dir poco ‘bombastico’. Dico a dir poco perché qui, cari lettori, la quantità di arrangiamenti, orchestrazioni, cura maniacale in studio, cori epici e suoni drammatici è elevata all’ennesima potenza, creando quasi la colonna sonora di un film! Attenzione, ciò non vuole assolutamente dire che l’album sia noioso o poco metal: ma avremo modo di parlarne in seguito.
Di certo, Luca ha deciso di prendere lo split come una sfida; sì, perché questo album sembra proprio un guanto lanciato all’altra sponda: sarai in grado, caro Staropoli, di fare più di questo? Sicuro???

La ricetta scelta per “Ascending…” si basa fermamente sull’ugola INCREDIBILE di Alessandro Conti. Quest’uomo ha una voce infinita. Infinita. Una voce che gli proviene, oltre che da madre natura, dai suoi studi operistici e da un controllo pressoché perfetto dei vari registri di emissione, il che gli consente di arrivare dappertutto: dalla voce aggressiva a quella pulitissima, dal sussurrato all’urlato, ma soprattutto gli acuti. Cioè, non scherziamo, in questo album si raggiungono note al limite dell’ultrasuono! Una scelta a dir poco rischiosa, visto che il tutto dovrà essere riproposto dal vivo, ma proprio questo aggiunge pepe alla faccenda! Accompagnato spesso da una voce femminile o da cori di supporto, Alessandro Conti mette sul piatto una prestazione imbarazzante per grandiosità ed estensione, ma dobbiamo ancora cominciare a parlare di musica…

QUANTUM X
Intro ‘classica’ per un album dei Rhapsody, con i cori tanto amati che servono a metterci subito in uno stato di frenesia… e già da qui si capisce come Luca sia finalmente ‘libero’ dalle tematiche, e dalle sonorità, legate “per forza” al tema fantasy medievale. Qui i suoni si fondono, il passato ed il futuro coesistono, e tutto ci prepara al viaggio che sta per iniziare.

ASCENDING TO INFINITY
La title-track è il manifesto perfetto di questi nuovi Rhapsody: una power/prog song carica di elementi sinfonici, una produzione perfetta ed un Alessandro Conti che inizia da subito a sciorinare una prestazione mostruosa. Il tutto condito con riff e scale neoclassiche, che ci mostrano un Turilli in forma strepitosa, sia dal punto di vista compositivo che da quello esecutivo. Non dimentichiamolo, Luca è ‘anche’ un chitarrista fenomenale e, qui, anche un tastierista eccelso, senza contare che tutto questo l’ha scritto, arrangiato e prodotto lui. Chapeau sin dall’inizio, adrenalina a mille.

DANTE’S INFERNO
Le tematiche toccate in questo album spaziano liberamente, andando a toccare argomenti tra i più vari. “Dante’s Inferno” prende spunto dal capolavoro dell’Alighieri per narrare un’altra bella storia, in uno dei brani che potrebbe benissimo funzionare da singolo. Potenza allo stato puro, ritornello che più epico non si può, e (come spessissimo accadrà durante tutto il disco) i testi virano spesso sull’italiano, usato qui come mai in passato in maniera massiccia ed azzeccata.

EXCALIBUR
Una delicata intro dal sapore medievale e ‘rhapsodiano’ ci introduce ad un pezzo intricatissimo, una power song sinfonica, massicciamente condita da meravigliose orchestrazioni e da un coro epico, che accompagna un sempre più bravo Alessandro anche in alcune parti cantate in latino. Un altro ritornello da lacrimuccia, se amate davvero i Rhapsody qui c’è da commuoversi ogni 30 secondi! Super-super-super bombastico, anche se non si parla di draghi e spade magiche. Spettacolo.

TORMENTO E PASSIONE
Meraviglioso duetto tra una voce femminile ed il prode Conti, su un brano operistico ma metalloso. Testo quasi tutto in italiano, ed un’esecuzione da brividi. La cosa che più sorprende, in questa canzone come in tutto l’album, è l’incredibile vena compositiva di Turilli, che sembra (è!) più ispirato che mai.

DARK FATE OF ATLANTIS
Il primo singolo scelto è forse il pezzo più ‘canonico’ di quest’album. La song è un coacervo di sfuriate power, momenti epici e la solita prova vocale magistrale. A fare da ideale collegamento, proprio la chitarra di Turilli che ricama scale su scale con il gusto dei migliori Rhapsody di sempre.

LUNA
Le sorprese non finiscono mai. “Luna” è in realtà la cover di un brano di Alessandro Safina, tenore italiano di grande successo (soprattutto all’estero). Anche se la song era prevista come una bonus track, alla fine i Rhapsody decidono di metterla dentro, e sono gioie per le orecchie. Inizierete ad ascoltarla, chiedendovi che cavolo c’entri una canzoncina quasi pop con il resto del disco… Poi, secondo dopo secondo, cadrete anche voi nel tranello, e vi ritroverete ad ascoltarla di nuovo. L’ho già detto? Alessandro Conti è MOSTRUOSO. E questa song sembra messa lì apposta per dimostrarlo in maniera definitiva, come se ce ne fosse ancora bisogno. Prova da tenore puro per un cantante superlativo.

CLASH OF THE TITANS
Sirene della polizia, rumori di rivolte in sottofondo… Siamo ben lontani da Algalord, ma la penna di Turilli non fa prigionieri. Un’altra song epica e potentissima, da ascoltare col volume a 11. Ritornello speed in 6/4 e via che si va! Godo come una scimmia. E come se non bastasse, il prode Conti ci mette pure un bel cantato aggressivo e sporco, carico come un demonio.

OF MICHAEL THE ARCHANGEL AND LUCEFIER’S FALL
Certe abitudini non le perdi mai, e così Turilli ci schiaffa alla fine la suite di 16 minuti, che altro vi aspettavate??? Un brano molto, molto oscuro, ben diverso da quanto sentito in precedenza. Si gioca molto più sull’atmosfera, come a voler raccogliere nel finale tutti gli elementi che caratterizzano questa nuova vita dei Rhapsody. Intro in punta di pianoforte, poi un riff ci porterà nel vivo del pezzo, per essere seguito, intervallato e cesellato da momenti puramente strumentali, volutamente ‘cinematici’ (così lo chiamano gli stessi Rhapsody) che vi stupiranno per diversità, gusto stilistico e perfezione nell’esecuzione.


Alla fin della fiera, sono rimasto sorpreso. Sinceramente non mi aspettavo un disco del genere, e non sapevo se la nuova direzione avrebbe giovato o fatto crollare miseramente uno dei miei miti musicali di 15 anni fa, che tanto mi avevano fatto tribolare in alcuni momenti. Ma qui si sente palesemente un senso di sollievo, di liberazione da un cliché che stava soffocando l’anima creativa di Luca Turilli (e probabilmente varrà la stessa cosa anche per Staropoli, ne riparleremo a tempo debito). Quest’album è una sorpresa, l’evoluzione sonora di una band che smette di essere monotematica e che si apre ad un universo di suggestioni, ispirazioni, colori. Se da questo split ricaveremo dischi del livello di “Ascending to Infinity”, tutti i fans dei Rhapsody non potranno che essere contenti. Bravo Luca, bravissimo Alessandro, bravi tutti, qui si sente la fatica, il sudore, la fede incrollabile nei propri princìpi artistici e non solo. E voi? Siete ancora lì? Alzatevi da quella sedia e andate a comprare questo cd. DI CORSA.


Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 lug 2012 alle 16:16

Grande disco! Non perfetto ma veramente ispirato!

Inserito il 15 lug 2012 alle 11:55

l'album fa schifo.

Inserito il 14 lug 2012 alle 19:39

giorgione la vuoi smettere? parli che un cantante deve fare i provini coi gruppi? e allora dai, quanti ti han preso? la gavetta è fare i provini? la gavetta è andare a suonare in posti di merda per il solo piacere di suonare. la gavetta è farsi centinaia di chilometri per andare a suonare in quei posti di merda. la gavetta serve a farsi esperienze essere più smaliziati quando sali sul palco. la gavetta non è fare dei provini coi gruppi svedesi, cristo dio. non hai neanche il gruppo che ti suona dal vivo e vieni a parlare di gavetta? dai.

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