La storia dei Runes Order ha avuto inizio nel lontano 1988, anno in cui Claudio Dondo ha formato la band (che allora si chiamava Order 1968) e cominciato a comporre materiale molto vicino all'industrial e alla musica ritualistica. Nel 1992 il nome è cambiato in quello attuale e anche le sonorità proposte hanno subito una variazione, avvicinandosi maggiormente al kraut rock di Faust, Tangerine Dream e Klaus Schulze. Nel corso degli anni novanta sono usciti diversi cd e la line-up del gruppo (che oltre allo stesso Claudio D. includeva anche Daniele e Paola Magarelli) è rimasta pressoché invariata. Dal 2000 i Runes Order sono diventati una one-man band e Dondo ha iniziato ad avvalersi della collaborazione di personaggi come Argento (il cantante di Antropofagus e Spite Extreme Wings) e Tony Tears (chitarrista degli Helden Rune), con i quali è stato realizzato l'album "The art of scare and sorrow". Anche in questo nuovissimo cd compaiono ospiti di grande prestigio, si parla infatti di Trevor (Camerata Mediolanense/Northgate) e perfino di Daniela Bedeski (la cantante degli appena citati Camerata), la quale però compare alla voce in un solo brano. Personalmente ritengo che "The hopeless days" sia davvero molto bello e ricco di atmosfere dall'indubbio fascino: i brani sono quanto di più simile ci possa essere alla musica utilizzata per le colonne sonore di film horror e in generale risultano gradevolissimi all'ascolto. Non posso fare a meno di pensare che questo è proprio il genere di composizioni che si apprezzano appieno stando rilassati su un comodo divano, magari utilizzando solo la luce di qualche candela per illuminare l'ambiente in cui ci si trova. Meglio ancora sarebbe ascoltare i pezzi ad occhi chiusi, in modo da vivere un'esperienza totalizzante e poter idealmente raggiungere (almeno con il pensiero...) il misterioso mondo evocato dal sound dei Runes Order. Tra l'altro il disco è veramente molto lungo (si parla di più di settanta minuti), ma vi assicuro che in questo caso tale caratteristica non è un difetto (come invece troppo spesso accade), anzi l'esatto contrario visto che alla fine viene abbastanza spontaneo pensare cose del tipo "Ma come, è già terminato?". Non mi rimane quindi che raccomandarvelo se amate questo genere di sonorità, ma credo che a grandi linee un po' tutti gli appassionati di musica "oscura" (qualsiasi sia la forma che gli viene data) potrebbero trovarlo molto interessante, e magari rimanerne ammaliati fin dal primo ascolto.
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