Fin dai primi secondi di questo "
Hybrid" (anzi, facciamo dai primi minuti, dato che la prima traccia è un'intro) mi è parso chiaro che gli
Ensight avessero del talento. E' bastato poi dare un'occhiata veloce ai componenti del gruppo per capire il perchè di questa impressione.
Gli
Ensight sono infatti un progetto parallelo di
Gabriele Caselli e
Raffahell Dridge, rispettivamente tastierista e batterista dei compaesani
Eldritch, che in un pomeriggio o in una serata del lontano 2009 decisero di concretizzare le loro amicizie e le loro passate esperienze on stage e metter su un gruppo dedito a sonorità affini al power e al prog, assieme al fratello di Raffahell,
Dimitri Meloni.
Trovato il bassista (
Alessio Consani) e successivamente, dopo un'estenuante ricerca, il cantante (
Antonio Cannoletta) i 5 incidono nel 2011 questo EP di 6 canzoni, col classico scopo di farlo girare tra le varie etichette alla ricerca di un contratto discografico.
Intanto "
Hybrid" arriva alle nostre orecchie, ed è una fortuna: il disco scorre che è un piacere per tutta la sua durata, in una saggia commistione di prog e power che mi ha ricordato parecchio gli altrettanto nostrani
Secret Sphere. Il talento dei musicisti in questione è innegabile, tutti i componenti del gruppo se la cavano alla grandissima, con una nota di merito alle tastiere di Gabriele e alla batteria chirurgica di Raffahell.
La ciliegina sulla torta è però la prestazione del semi-sconosciuto (mi perdoni) Antonio Cannoletta dietro al microfono, assolutamente di grido: richiami ai più celebri cantanti a livello europeo e mondiale si rincorrono tra le sue corde, unendosi a formare una voce calda, dal range importante e che ben si adatta ad ogni situazione, donando alle canzoni che compongono il disco quel quid in più che male non fa.
Insomma questi
Ensight hanno tutto il necessario per dire la loro nel'intasato panorama power/prog, dimostrando una freschezza compositiva che tanti altri possono solo sognarsi. Etichette fatevi sotto, qui c'è davvero dell'ottimo pane per i vostri denti!
Quoth the Raven, Nevermore..
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