Mi sono spesso domandato quale possa essere il pubblico di una proposta come quella degli
A Forest Of Stars: non certamente il metallaro "tradizionale", pronto ancora a credere che Metallica o Megadeth faranno bei dischi, nemmeno i puristi del black o del death considerando la lontananza di questa musica, comunque estrema, dagli stilemi classici del genere, non credo nemmeno una persona interessata al rock in genere per via delle vocals distorte.
A chi dunque?
A chi ama la musica per certi versi di avanguardia? Ma esiste davvero qualcuno disposto ad ascoltare, interamente un cd come questo?
Non lo saprò mai con certezza...
Tornando a noi, i gentleman inglesi
A Forest Of Stars proseguono nella loro personalissima interpretazione del black metal qui giunta alla sua terza puntata.
"A Shadowplay for Yesterdays", pur essendo meno intricato del passato, è un disco obliquo, un disco nel quale convivono bellamente suggestioni folkloristiche, gothic metal, barocchismi diffusi, un pizzico di elettronica, black metal feroce, atmosfere alla My Dying Bride, trovate teatrali e tanto altro per un prodotto che è tutto tranne che facile da assimilare.
Ascoltare gli
A Forest Of Stars non è impresa semplice: serve pazienza, un pizzico di follia e una naturale predisposizione alle traiettorie sghembe.
Qui e la,
"A Prophet for a Pound of Flesh" e
"Gatherer of the Pure", siamo in zona capolavoro per la maestria con cui sono assemblati due brani letteralmente strepitosi e carichi di emozione, altrove ci si trova invece spiazzati davanti ad una musica che sembra essere incompiuta.
Purtroppo la produzione, che sacrifica batterie e chitarra, non rende per nulla giustizia ad una serie di peripezie che avrebbero meritato altra sorte, tuttavia, dopo ripetuti ascolti, sono giunto alla conclusione che questo, nonostante vari difetti, sia un buon disco.
Non so se tornerò ad ascoltarlo spesso, non tutto almeno. E, come detto all'inizio, non so chi lo farà.
Ma certe partiture di scuola folk, certe atmosfere quasi spaziali e maestose impreziosite dal violino, alcuni rallentamenti intriganti fino nel profondo, rendono l'album affascinante nel suo essere assolutamente distante da qualsiasi logica, tanto di mercato quanto musicale.
Un premio va sicuramente al gruppo per il suo coraggio e per la sua assoluta coerenza.
Dategli un ascolto.