Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:91 min.
Etichetta:Transubstans Records

Tracklist

  1. INTRODUCTION
  2. THE RAT
  3. WAITING FOR THE SUN
  4. BHIMPALASI
  5. INTO THE WOODS
  6. WORDS
  7. TRIPPIN’
  8. BHAIRAVI THUMRI
  9. DREAMS OF TOMORROW
  10. LONG WAY FROM HOME
  11. RASAYANA
  12. REVERBERATIONS

Line up

  • KG West: guitars, organ, sitar
  • Sam Riffer: bass, vocals
  • Love H Forsberg: drums

Voto medio utenti

E’ un bel periodo per gli amanti di tutti quei filoni che, alcuni più altri meno, si rifanno ad un certo modo di suonare rock, oggi definito “retrò” o “vintage” ma in realtà mai del tutto scomparso. Davvero tante le uscite interessanti, per quanto riguarda il rock psichedelico, il prog-rock, l’heavy rockblues, il proto-metal, l’acid folk e così via, che abbiamo provveduto a segnalarvi, spesso ricorrendo agli acquisti privati viste le difficoltà promozionali dei generi di nicchia.
Discorso che si applica perfettamente al presente lavoro, uscito già da un po’di tempo ma che non merita certo di scivolare via senza due righe di commento.
Questo perché gli svedesi Siena Root sono una grande band di hard rock, con forti tendenze jammistiche e psichedeliche, capaci di passare spigliatamente da un suono roccioso e compatto modello Black Sabbath/Deep Purple alle improvvisazioni a base di sitar, strumenti etnici e mantra buddisti, alle monumentali fughe in libertà dove il rodato trio offre il meglio di sé stesso. Ed anche se nella loro discografia vi sono album da studio di eccellente qualità, vedi “A new day dawning” e “Different realities”, questo doppio dal vivo riesce a raccogliere tutta l’imponenza creativa e tecnica degli scandinavi.
La prima parte è puro orgasmo heavy rock, con i brani che strabordano ben oltre la forma-canzone e si avvalgono dei contributi di numerosi ospiti, tra i quali segnaliamo la cantante Sanya (“The rat”, “Waiting for the sun”) ed il canuto chitarrista Maxi Dread (da brividi i solismi di “Into the woods” e “Words”). Il secondo disco parte invece con l’acustica “Trippin”, seguita dal trip vedico “Bhairavi thumri” tra mandolini e fumi d’incenso. L’attitudine hippie e l’infatuazione per la musica indiana compare qua e là nel lavoro, grazie al talentuoso Stian Grimstad ed il suo sitar, ed è la tangibile testimonianza che i Siena Root hanno qualità ed idee superiori ai soliti gruppi che alzano i volumi al massimo e si perdono dentro i loro vortici infiniti. Comunque, quando è ora di accendere i motori e decollare nello spazio i tre lo fanno alla grande, prima nella mutevole e cangiante “Long way from home” e poi nella colossale “Reverberation”, quattordici minuti di psycho hard’n’heavy al massimo splendore.
Ovviamente si tratta di un “live” confezionato con i criteri di un tempo: nessun raduno oceanico bensì un piccolo club covo di veri fans della formazione; registrazione limpida ed impeccabile ma nessun trucchetto tecnologico; atmosfera fuori dal tempo che potrebbe essere il 1972 a Londra anziché il 2011 a Stoccolma, senza alcun sapore stantio e nostalgico. Soltanto il bellissimo riassunto di una carriera ai margini dello show-biz, che ci auguriamo possa durare ancora a lungo perché i bravissimi Siena Root sono alfieri di una interpretazione del rock libera da costrizioni, mode e narcisismi di qualsiasi tipo.

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