Molto interessante questo gruppo di Catania, del quale nel 2008 recensimmo il demo
Pieces Of Mankind. La band è cresciuta negli anni e la scelta di affidare la parte di cantante a Federico Indelicato, al posto di Giuseppe Gentile, si è rivelata azzeccata, sia nei clean vocals che nel growl. Lo stile è sempre un thrash progressive di matrice americana, su cui si innestano echi heavy metal classici, di stampo maideniano. A strutture articolate (bello il guitar work), si alternano aperture melodiche con uno stile che mi ricorda bands come gli Annihilator (
Artificial Paradises). Un continuo alternarsi e fondersi di velocità, trame elaborate e rallentamenti più pensosi, che si rispecchia nel concept dell'album su luci e ombre dell'essere umano nella sua costante ricerca di qualcosa in più rispetto a ciò che ha e nella conseguente, perenne insoddisfazione, unita all'incapacità di accontentarsi. Notevoli le capacità tecniche, fra i punti di riferimento, oltre a quelli già citati, spiccano Metallica (l'arpeggio e la ritmica del
Prologue vengono da One; il cantato e le chitarre di
John Doe), Opeth, Pantera (
Insomnia). Trovo notevole anche la scelta di un genere in un certo senso "old", di sicuro non fra quelli attualmente più in voga, che richiama alla mente gli anni '80/primi anni '90, segno di un'approfondita conoscenza musicale, che va oltre le mode.
Mankind è autoprodotto ma gli
Spreadin' Fear meriterebbero di essere messi subito sotto contratto. Pregevoli.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?