Viene immediato... spontaneo, riconoscere nel Death Metal dei
Dark Age, certi accorgimenti ed un approccio dal sapore tipicamente teutonico. I ritmi marziali e le soluzioni elettroniche presenti su "Zero" o ancor più marcate su "Dare To Collapse" (qui come su "The Elegy of a Forgotten Science" troviamo il guest Johan Edlund dei Tiamat), ne sono un segnale rilevante, ma non certo gli unici.
Ed infatti i Dark Age arrivano da Amburgo, e qui si sono mossi inizialmente come Dyer's Eve, poi al tempo del primo demo tape, e si parla addirittura del 1995, hanno adottato l'attuale denominazione. A questo è seguita segue la consueta trafila di demo e concerti underground, un iter che purtroppo oggigiorno è sempre più compresso nel tempo e che porta troppo spesso ad incidere gruppi che non sono ancora pronti all'esordio discografico. Ed a proposito di debut album, "The Fall" (1999) è stato quello dei Dark Age, inciso già per la Remedy Records che li accompagnerà per altri 4 albums, sino all'ultimo "Dark Age". Non proprio dei novellini quindi. Purtroppo non ho punti di confronto con il loro passato ma su questo album i Dark Age si segnalano come un gruppo compatto, preparato e senza alcuna paura di osare, cercando anche soluzioni diverse dal solito. Riescono così a combinare atmosfere Death Metal Melodiche con sfuriate aggressive (tra il Modern Thrash ed il Nu Metal) a rallentamenti e passaggi elettronici, senza apparire ne caotici e tantomeno come uno di quei gruppi che cercano di tenere due piedi in tre (se non più) staffe. Credo che se per questi risultati, si debba molto al leader del gruppo Eike Freese, anche Martin Reichert abbia i suoi meriti, ed i Dark Age te lo sbattono in piena faccia già con "Fix The Focus" e lo ribadiscono ancor meglio con "Zero", perfetta nel suo incedere violento ed allo stesso tempo catchy e modernista. A mio parere la miglior canzone dell'album, anche perchè di qui in avanti mancano spunti altrettanto vincenti, che ritroviamo su questi livelli solo su "The Elegy of a Forgotten Science". Se la cavano discretamente "Dare To Collapse", e la cattive "Nikita" e "Neurosis 404", mentre non convincono "Pulse Of Minority" e sopratutto "My Own Darkness", pseudo ballad interpretata con qualche difficoltà da Freese ed avulsa dal contesto di "Dark Age". In chiusura la cover, non esageratamente Death e discretamente riuscita, di "Suicide Solution"
"One, Two!" ...da non sottovalutare, "Three, Four!" ...e nemmeno da trascurare.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?