In questo disco c’è un testamento artistico, quello dello sfortunato
Claudio Leo, scomparso lo scorso Gennaio a causa di una malattia, che ci parla di un musicista capace, curioso, sperimentatore, appassionato. Capace di inventarsi i Lacuna Coil e di lasciarli poi proseguire per una strada diversa, rimanendo fedele al proprio modo di fare musica e lottando con tutto sé stesso per portare i Cayne ad essere una solida realtà del panorama metal italiano.
Ebbene, Claudio ci è riuscito: dopo un primo disco oltre 10 anni fa, EP di buona fattura e tanta gavetta, questo omonimo album dei Cayne è effettivamente un disco che merita una grande attenzione. Un album in cui l’ascoltatore viene preso per mano e catapultato nell’universo della band, un disco che farei sentire (accompagnato da sonori sberloni) ai The 69 Eyes, giusto per fargli comprendere quanto si siano sputtanati (passatemi il termine) per inseguire un consenso che poteva essere raggiunto anche con un po’ più di impegno nel songwriting.
Al contrario di quanto dissi parlando dell’EP Addicted (di cui due pezzi vengono qui riproposti), questa volta la matrice gothic si sente eccome, ma è diversa da quanto ci si possa aspettare, sempre contaminata, sporcata, reinterpretata: nulla di scontato e poco di già sentito, insomma, ad aggiungere valore a canzoni sempre eccellenti dal punto di vista delle melodie e degli arrangiamenti.
Di pezzi da ricordare ce ne sono tanti: la splendida opener
Waiting, l’aggressiva
King Of Nothing, l’ottantiana
Little Witch, la pomposa
Deliverance e il riffone senza tempo di
Black Liberation. Ce n’è davvero per tutti i gusti, in un mix di emozioni e di nobiltà stilistica rari da trovare.
Non so quanta voglia ci sia di continuare per questi ragazzi, ma spero sinceramente che non molleranno. Certo, hanno perso un leader, ma mi auguro che trovino la giusta motivazione per proseguire questo viaggio affascinante chiamato Cayne. Per tutti voi, un album da scoprire, sia per i fan del gothic che per quelli più legati al classic. Un disco che non merita etichette, ma solo di essere ascoltato, senza preconcetti.
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