I
Zirkus der Zeit, duo genovese qui al suo omonimo esordio discografico, citano tra le loro primarie fonti di ispirazione
Mr. Bungle,
NIN e
King Crimson.
Ovvio, dunque, che mi aspettassi una proposta per lo meno particolare e comunque fuori dagli schemi ed in effetti questo album sghembo lo è davvero.
Siamo di fronte ad una miscela di industrial, trip hop, dark, elettronica, chitarre metal, atmosfere alla Tim Burton, progressive e dio sa cos'altro. Sulla base musicale, che suona assolutamente obliqua, si staglia la voce di Z., di estrazione alternative, che si fa autrice di una interpretazione piuttosto eclettica e molto cabarettistica caratterizzando, ulteriormente, tutti i brani qui presenti.
Tutto quello che ho scritto fin'ora rende evidente che
"Zirkus der Zeit" non è certamente un disco facile ne un disco "adatto" ad una platea metal che non sia molto open mind: qui la forma canzone praticamente non esiste, anzi assistiamo alla sua completa destrutturazione, e ci troviamo al cospetto di un suono che sembra essere sperimentale e frazionato in mille parti diverse come la luce attraverso un prisma.
Provate a pensare agli
Skinny Puppy rivestisti da un manto teatrale e da un suono molto anni '80 ed avrete una idea, vaga, di cosa è questo disco.
Mi è piaciuto? Direi proprio di no.
Credo che i brani siano troppo variegati per lasciare qualcosa e che alla fine girino intorno senza cogliere davvero nel segno. Non dubito però che qualcuno possa trovare quest'album interessante e per questo motivo vi invito comunque a dare un ascolto ad una proposta che, al di là dei gusti personali, non può passare inosservata.
Strani.
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