L’ambizioso progetto di
Stefan Schmidt (
Van Canto) era questo: fondere musica classica e power metal in un perfetto connubio.
Caro Stefan, sai quanti prima di te ci hanno provato? Tanti, oh, sì, proprio tanti.
Quanti ci sono riusciti? Praticamente nessuno.
Le notizie che ti posso dare, dopo qualche ascolto, sono brutte: tu non ci sei riuscito. Ma hai riportato nelle mie orecchie il drumming di
Jorg Michael e questa sì è una bella notizia! Vederlo continuare a macinare sassate con quelle bacchette in mano e con due rotori al posto delle caviglie, riprendersi la vita dopo il grande spavento.
Qui dentro trovate un power metal canonicissimo e a dire il vero abbastanza noioso, fin troppo crucco per essere vero, guidato dalla voce maestosa del già citato singer ma non in grado di fare breccia nel cuore dell’ascoltatore. Una sorta di Grave Digger, ma molto alla lontana, in cui però manca totalmente ogni accenno di fantasia e creatività.
Strumentalmente ineccepibili e nulla più. Già fatto, già sentito, già tutto. Dopo un po’ basta.
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