Trent’anni di carriera sono un traguardo che pochi possono vantare e, per questo, un minimo di considerazione agli
Halloween (da non confondere coi cugini tedeschi) va comunque data. Certo, poi, se andiamo ad analizzarne la proposta musicale gli spunti degni di nota sono in realtà pochi e anche recentemente la situazione non è cambiata (
qui la recensione dell’ultimo Terrortory, in cui devo ammettere mi sono lasciato prendere un po’ la mano dalla cattiveria…).
Dicevamo, dunque, trentennale…anniversario che porta con sé ristampe e chicche per gli appassionati, oltre che queso
No One Gets Out (originariamente edito nel 1991) nel mio stereo. Che dirvi? Certo, si sente la differenza rispetto agli ultimi lavori, quantomeno in termini di efficacia dei brani. Ma cosa possiamo dire, ancora una volta, di tutto il contorno? Almeno per le ristampe si poteva pensare a un remixing, remastering, retutto. E invece nulla: di nuovo suoni inascoltabili e amatoriali.
Io non ho idea di quanta considerazione e seguito abbiano in Italia, ma per quanto mi riguarda una band come questa rappresenta esattamente tutto quello che non deve essere ascoltato, almeno da quando la tecnologia ha permesso di registrare album in un certo modo. Ci sono così tante band valide in giro che spendere i soldi per questi americani approssimativi e musicalmente inutili sarebbe davvero un insulto a chi sputa sangue per produrre dischi di un certo livello, ma anche al vostro portafoglio. Essere alternativi non può voler dire prendere per i fondelli la gente: i demo fatti in sala prove coi microfoni e il registratore a cassetta suonavano esattamente uguali. Capite che, qualsiasi canzone ci sia sotto, il risultato non può che essere osceno.
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