Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:48 min.
Etichetta:Sanctuary
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. BLACKMAIL THE UNIVERSE
  2. DIE DEAD ENOUGH
  3. KICK THE CHAIR
  4. THE SCORPION
  5. TEARS IN A VIAL
  6. I KNOW JACK
  7. BACK IN THE DAY
  8. SOMETHING I'M NOT
  9. TRUTH BE TOLD
  10. OF MICE AND MEN
  11. SHADOW OF DETH
  12. MY KINGDOM COME

Line up

  • Dave Mustaine: guitars, vocals
  • Chris Poland: guitars
  • Jimmy Sloas: bass
  • Vinnie Colaiuta: drums

Voto medio utenti

Finalmente.
Dave Mustaine, protagonista indiscusso della scena metal mondiale fin dai primi anni ’80, sembra essersi svegliato dal torpore che lo ha attanagliato per una decina di anni, trascinandolo nell’infame fango della mediocrità di albums come “Cryptic Writings” e soprattutto “Risk” e con ridicoli tentativi di ritorno al metal con album poco ispirati e convinti come il penultimo “The World Needs a Hero”, che a parte un paio di brani lasciava intuire una convinzione da parte del rosso a stelle e strisce di tornare alle vecchie sonorità pari alla mia di alzarmi la mattina alle 6 a zappare i campi.
Questa volta, deo gratias, è andata diversamente.
Se già la copertina, per uno strano gioco del destino, ispirava fiducia grazie al ritorno dello stile decisamente anni ’80 con il ritorno del buon Rattlehead in copertina, l’ascolto del disco è stata una piacevole quanto inaspettata sorpresa, con una band nuovamente in forma, a suo agio in un contesto decisamente più metal del passato e quindi proprio di una band come quella dei Megadeth, ed un Dave Mustaine sempre graffiante e grintoso dietro al microfono e, alleluia, ispirato in fase di ritmica e solista come non si sentiva da anni.
Solitamente non è mio uso, ma per questo disco faccio un eccezione e passo ad un rapido track by track che possa illustrare al meglio tutte le sfaccettature presenti su un album comunque piuttosto variegato. “The System Has Failed” (e già il titolo è molto più ispirato rispetto al passato) si apre con una tellurica “Blackmail the Universe”, che con tempi serrati e cavalcate furiose rimanda la mente ai tempi di “Countdown to Extinction”, decisamente un opener azzeccata per spezzare le indecisioni del passato; si passa poi a “Die Dead Enough” che cambia totalmente territori, spostandosi a metà tra “Youthanasia” e “Cryptic Writings” ma con un songwriting di livello, buone melodie vocali ed un riffing sempre aggressivo che non delude.
Di nuovo un balzo indietro, stavolta fino all’era “Rust in Peace” con “Kick the Chair”, un brano che onestamente ruba a piene mani da pezzi storici come “Take No Prisoners”, da cui il riff portante è letteralmente rubato, ma va bene così, in fondo ci sono gruppi che costruiscono una carriera sull’autoplagio che se fatto bene ogni tanto non può che far piacere, soprattutto se si tratta ascoltare i Megadeth nuovamente alle prese col techno-thrash che li ha portati alla massima consacrazione.
Dopo tanta gloria, troviamo la doppietta “The Scorpion” e “Tears in a Vial” che, beffarda, sembra uscire dai luridi solchi dell’era “Risk”: in questa occasione della prima si salvano solamente gli assoli ed il chorus, mentre le strofe lasciano ampiamente a desiderare, mentre la seconda risulta decisamente più gradevole, molto melodica e semplice ma comunque di buon impatto. In ogni caso sicuramente non il punto più alto del disco e, ironia del destino, questi sono i due brani dalla maggiore durata…
Andando avanti la bella intro “I Know Jack” ci consegna finalmente dei Megadeth inediti, con una “Back in the Day” difficilmente ricollegabile ad un periodo ben definito della band ma in questo caso è un fatto sicuramente positivo dato che ci troviamo di fronte al brano più interessante e meglio riuscito dell’album: cambi di tempo, cori in sottofondo, in inizio a manetta con una seconda parte rallentata per 3:27 di puro Megadeth style come non si sentiva da anni!!!
Purtroppo le note liete finiscono qui dato che a parte la pesante ma anonima “Truth Be Told” e l’affascinante intro “Shadow of Deth” si incappa nella pessima tripletta di “Something I’m Not”, “Of Mice and Man” e “My Kingdom Come” che spezzano il sogno di un album davvero buono, affossando proprio in zona cesarini un lavoro altrimenti decisamente godibile.
In ogni caso è un piacere ritrovare finalmente dei Megadeth in forma (allo scioglimento non c’ha mai creduto nessuno…), con una lineup stravolta ancora una volta, con la mancanza di Ellefsson al basso, ma ancora fottutamente metal, alive and kickin’ass!
C’è da chiedersi quanto di quello che ascoltiamo in questo album sia frutto di nuove idee e quanto invece sia riciclato dal passato, dati i diversi stili racchiusi in “The System Has Failed”, ma perlomeno al momento è una domanda che preferiamo non porci, sperando che sia tutto frutto attuale della mente di un Mustaine ancora leggermente confuso…
Coraggio Dave, ancora un passo nella giusta direzione e potremo dire al 100%...bentornati Megadeth!!!
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
The system has failed

xxx

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