Old Funeral - Our Condolences (1988 - 1992)

Copertina SV

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:96 min.
Etichetta:Soulseller Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. APHIS
  3. HELL
  4. GRANDMA IS A ZOMBIE
  5. PERSECUTED BY DEATH
  6. DISGUSTING KIND OF LOVE
  7. THE DAY OF JUDGEMENT
  8. JUDGED BY APPEARANCE (AGATHOCLES COVER)
  9. HAUNTED
  10. SKIN AND BONE
  11. ABDUCTION OF LIMBS
  12. DEVOURED CARCASS
  13. NOCTURNAL HELL (SLAUGHTER COVER)
  14. INCANTATION
  15. ABDUCTION OF LIMBS
  16. ANNOYING INDIVIDUAL
  17. SKIN AND BONE
  18. HAUNTED
  19. INCANTATION
  20. DEVOURED CARCASS
  21. FORCED TO BE LOST
  22. ALONE WALKING
  23. LYKTEMENN
  24. INTO HADES
  25. MY TYRANT GRACE
  26. DEVOURED CARCASS (LIVE AT HULEN 1991)

Line up

  • Padde: drums, vocals
  • Tore: guitars
  • Thorlak: bass
  • Jorn: guitars

Voto medio utenti

Gli Old Funeral sono una band norvegesi formatasi nel lontanissimo 1988 e durata solamente quattro anni, assai poveri di pubblicazioni dato che parliamo unicamente di un paio di demo-tapes ed un EP, prima del definitivo scioglimento.

Allora a cosa è dovuta la pubblicazione, più di dieci anni fa, di due compilation ed addirittura di un live album, ed oggi un'altra compilation ad opera della Soulseller Records?

Beh, sebbene la qualità sia decente (ma non oltre questo) indubbiamente la fama degli Old Funeral è quella di aver avuto nelle loro fila tre grandi nomi del black metal norvegese, ovvero Abbath, Jørn e Kristian Vikernes, per gli amici Burzum, sebbene nessuno in contemporanea agli altri.

Lo stile di questi brani è un deaththrash metal molto slayeriano, con i soliti influssi Venom/Bathory, riffs di scuola old thrash metal che più thrash non si può e le vocals in quasi scream black metal, rozze come il fuoco: ovviamente il tutto a dir poco derivativo e con zero personalità ma di certo non si può dire che ci si annoi durante l'ascolto, dato che sembra di essere di fronte a degli outtakes di "Show No Mercy" o "Hell Awaits", con una piccola spruzzata in più di protoblack metal che i nostri avrebbero sviluppato pochi anni più tardi, sebbene ognuno nelle rispettive bands.

Il sound è quello che è, degno di un demo di fine anni '80, ma per un genere come questo è adattissimo e non suscita alcun problema di ascolto: ascolto che ovviamente è consigliato unicamente agli adoratori di tali musicisti fin oltre i loro primordi, cosa che onestamente ci perplime: esisterà qualcuno nel mondo a cui interessi questa doppia testimonianza per un totale di 96 minuti?

Ai posteri...
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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