Non ce la posso fare… con tutto l’amore e l’affetto che provo per Scott Ian e soci, non ce la posso fare a promuovere questa nuova uscita discografica degli
Anthrax. Certo, i newyorkesi non sono affatto nuovi alle cover, fin dagli inizi della loro carriera ne hanno registrate, e di tutti i tipi, da “Sabbath bloody sabbath” dei Black Sabbath a “God save the queen” dei Sex Pistols, da “Got the time” di Joe Jackson a “Anti-social” dei Trust (queste due in particolare sono diventate in pratica loro cavalli di battaglia), da “I’m eigtheen” di Alice Cooper a “Parasite” dei Kiss, giusto per citarne qualcuna…
Dov’è quindi il problema se ora se ne escono con un nuovo EP di questo tipo? Beh, è presto detto… Innanzitutto la differenza sostanziale tra le cover fatte nei primi anni di vita e quelle di questo “Anthems” è che nelle prime si percepiva assolutamente di più la vena goliardica della band, che da sempre ha contraddistinto lo stile di Ian e soci, tanto nell’esecuzione di una cover, che in quella dei brani inediti, goliardia che manca pericolosamente in questi ultimi riarrangiamenti di pezzi altrui…
Il vero problema, però resta un altro… Ma dico io… dopo quella mezza ciofeca di “Worship music”, invece di rimboccarsi le maniche e cercare di porre rimedio pubblicando un album degno del nome che portano, questi che fanno? Si mettono a perdere tempo e registrano un EP del genere? Non sarebbe stato meglio per loro e per noi se avessero speso meglio tempo e risorse per produrre qualcosa di inedito e soprattutto valido, invece che tirare avanti giusto per avere la scusa di andare di nuovo in tour promozionale? Ma che devono promuovere? Sei cover e la riproposizione di uno dei pezzi più brutti dell’ultimo disco, oltretutto presente anche in un’inutile versione orchestrale? Ma dai, non prendiamoci in giro, da una band come gli Anthrax ci aspettiamo ben di meglio…
Peraltro, sforzandoci di lasciare da parte queste considerazioni, non così veniali, se ci pensate, resta comunque il fatto che i newyorkesi si sono limitati a riproporre i brani in maniera per lo più fedele agli originali, fatta eccezione, ovviamente, per il sound, che è decisamente il loro sound (e ci mancherebbe altro…). Ecco quindi versioni sì carine, ma niente più, di “T.N.T” e “Jailbreak”, e versioni più metallose degli altri quattro gruppi coinvolti. Di “Crawl” ho già accennato, mi sembra inutile spendere altre parole…
Boh, sinceramente sono rimasto abbastanza deluso e basito da quest’operazione… Ce n’era veramente così bisogno? Ai posteri l’ardua sentenza… Per quanto mi riguarda, torno a sentirmi i vecchi dischi e a scapocciare con “Madhouse”, “Armed and dangerous”, e perché no, anche con “Got the time” o “I’m eigtheen”, decisamente di ben altro spessore…
PS: il SV è voluto, per evitare una stroncatura e per l’affetto che provo per la band… sta a voi, ora, ascoltare e decidere se promuovere Scott e gli altri oppure no…