Dopo un terzetto di lavori sparati in rapida successione tra il 2008 ed il 2010, i
Nachtgeschrei si sono presi una pausa più lunga del solito, nel frattempo riassestando anche la line-up, prima di dare alle stampe il loro quarto album.
E nell'occasione partono pure bene, con il nuovo vocalist, quel Martin LeMar già visto all'opera con i Tomorrow's Eve e gli ultimi Mekong Delta, ben inserito nella scattante opener "Sirene". Poi ci ricadono nuovamente: "Die Geister die Uns Reifen" è un brano senza arte ne parte, che pare capitato lì per caso, a rievocare i fantasmi che aleggiavano sui precedenti dischi di questa formazione tedesca.
Ed i loro natali sono subito evidenti anche per coloro che non li avevano mai
incontrati sinora, è sufficiente, infatti, dare prima un'occhiata alla tracklist per averne la conferma, e subito dopo un ascolto al loro
Medioeval & Folk Metal cantato in tedesco, una scelta comune a molti altri loro connazionali (In Extremo, Subway To Sally... ) che si muovono lungo questi stessi percorsi musicali.
E la riprova che, se pur qualche miglioramento c'è stato, grazie sopratutto ai suoi momenti più folk e ad una manciata di brani discreti ("Spieler", "In Die Schwärze Der Nacht", "Für Alle Zeit" e "Als In Dir Nur Leere War"), i Nachtgeschrei finiscano per restare invischiati nelle retrovie ce la danno canzoni come "Der Ruf" o le
soporifere "Unter Deinem Licht", "Am Rand Der Welt" e "Ungebrochen"
Sicuramente meno
langweilig di quanto erano apparsi in passato, ed un po' di merito va sicuramente sia alla più che convincente prova di Martine LeMar sia ad una maggiore varietà messa in mostra, tuttavia ancora distanti dalle vette.
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