"Paintropy" è un album che implica grandi novità in casa
Mesmerize, per quanto debba riconoscere di non aver avuto particolari difficoltà nell'assimilare il cambio di indirizzo stilistico messo in atto, e non perchè c'è stata la possibilità di ascoltare con largo anticipo il loro nuovo lavoro, ma semplicemente perchè avendo seguito il loro percorso musicale per anni, questo era un passo che
aleggiava nell'aria e che peraltro si poteva già avvertire su "Stainless", terzo album del gruppo che era uscito nel 2005.
Già, ben otto anni sono dovuti trascorrere prima di approdare a "Paintropy" e, come anticipato, diverse cose sono cambiate.
Non necessariamente in peggio.
O in meglio.
Solo diverse.Per quanto siano facilmente riconoscibili, i Mesmerize di "Paintropy" sono ormai ben distanti dal Classic Heavy Metal del loro esordio "Tales Of Wonder" (1998): i suoni si sono fatti più incisivi e moderni, tanto nel songwriting quanto nella prova dei chitarristi, trascinatori e probabili promotori di questa evoluzione, con i Mesmerize che sferragliano tra sonorità Heavy & Thrash che potrebbero trovare le proprie radici in formazioni come Nevermore, Anthrax e Megadeth, ad ogni modo affrontate con personalità e con verve, su ritmi che vedono Andrea Garavaglia pestare come un fabbro sul proprio drum kit e con un Folco Orlandini mai snaturato e ben calato anche in questo contesto.
"2.0.3.6." e la stessa titletrack sono, infatti, una sonora mazzata sui denti, "A Desperate Way Out" è una delle canzoni meglio riuscite e più rappresentative dell'intero disco, "You Know I Know", peraltro un gran bel pezzo già di suo, viene impreziosito dai ceselli di Paradivino e Belbruno, e addirittura da un breve assolo di Tito, mentre la conclusiva "Promises" è una
signora cover, dove i Cranberries vengono
maltrattati anche a livello vocale, con un azzeccato controcanto in growl, ad opera di Marco Marinoni, cantante dei The Red Coil.
Un album veloce, martellante, ruvido e spesso addirittura rabbioso, che restituisce alla scena metal nazionale una formazione che - a mio modesto parere - finora ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato.
You can't stay in here forever!
I am
I hear
I see
I feel
I review
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