C'è bisogno di spiegare a qualcuno chi sono i
Pretty Maids? C'è qualcuno nel mondo del metal che ancora non li conosce?
Beh, diamine, ce n'è stato bisogno per me. Prima di sentire il nome di Ronnie Atkins associato agli Avantasia infatti, il sottoscritto non conosceva i danesi, nonostante i 30 anni di carriera alle spalle.
Mea culpa.
"Motherland" mi ha preso per mano, insegnato e fatto capire tutte le mille ragioni per le quali avrei dovuto conoscere i Pretty Maids, e anche in fretta. Mi ha fatto capire soprattutto come fa una band in attività da 30 anni a fare un disco ancora così solido, così bello da ascoltare e così attuale, grazie soprattutto agli innesti "freschi", sui quali spicca in particolare l'ex Mercenary
Morten Sandager alle tastiere, vero creatore di melodie davvero azzeccatissime.
Ma il protagonista inconstrastato della creatura Pretty Maids è, manco a dirlo, proprio il buon vecchio Paul Christensen aka
Ronnie Atkins, che dall'alto dei suoi quasi 50 anni sfodera una prestazione sopraffina, mettendo in riga tutti quei giovincelli che calcano la scena metal mondiale. Devo dire che averlo visto anche dal vivo proprio con gli Avantasia mi aiuta parecchio in questo giudizio, avendo anche li tenuto il palco alla grandissima assieme a calibri quali Kiske, Rettke e Catley.
Il disco in generale si presenta solidissimo, assolutamente senza filler e con un paio di canzoni di livello eccellente, come la ballad "
Sad to See You Suffer" e soprattutto la "jokeriana" "
Why So Serious?", vera perla dell'album. Da non sottovalutare comunque anche l'incisivissima opener "
Mother of All Lies", l'oscura "
The Iceman" o "
Bullet for You", a metà tra la ballad e l'AOR.
Da segnalare in tutto questo anche l'eccellente qualità dell'artwork, davvero bellissimo, opera di
Kai Brockschmidt, già art director del precedente "Pandemonium" e autore di copertine per Pink Cream 69 e Royal Hunt.
"
Motherland" insomma conferma la qualità assoluta della band danese, decisamente una delle più sottovalutate del panorama melodic metal mondiale. Perchè se dopo 30 anni di carriera una band riesce a sfornare un disco così..beh, qualcosa deve per forza voler dire. Consigliatissimo.
Quoth the Raven, Nevermore..
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