Di primedonne il mondo AOR ne ha viste crescere tante e devo dire che, al contrario di altri generi a me storicamente ostili, ho sempre trovato le regine di questo genere meritatamente al top per qualità vocali e per aver fatto uscire dischi di classe cristallina.
Negli ultimi anni, il modello di queste dee degli anni d’oro è stato riportato alla luce, provando a creare nuovi personaggi in grado di rievocarne i fasti. Purtroppo si è fallito con Issa, ad esempio. E oggi (riproponendo la solita solfa del disco carico di ospiti e delle uscite serrate) si fallisce con le sorelline francesi Fontaine, giunte al secondo album in due anni.
Non che manchino lampi di classe all’interno dell’album, ma a farla da padrone è la noia, in mezzo a canzoni tra cui manca la presenza di un filo conduttore chiaro e riconoscibile. La voce delle signorine non è sinceramente nulla di che e gli unici lampi arrivano dagli strumentisti, soprattutto durante i soli di chitarra. Echi ottantiani si alternano ad episodi più hard rock, ma è perfino difficile capire quale strada sia quella più adatta alle caratteristiche di queste cantanti.
Anche per gli amanti più intransigenti dell’AOR può essere un disco non così piacevole, quindi state attenti. Per quanto mi riguarda è una bocciatura quasi senza appello, se volete provare ad avventurarvi da queste parti consiglio fortemente un ascolto preliminare.
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