"
Privilege to Overcome", il primo lavoro sulla lunga distanza dei torinesi
Ultra-Violence, dimostra che sono un rincoglionito.
Mentre metto il cd nel lettore e mi accingo a preparare la scheda del disco in questione mi accorgo bellamente, senza ricordarmi minimamente di nulla, che avevo già personalmente recensito il loro EP di debutto intitolato "
Wildcrash" uscito l'anno scorso sempre per
Punishment 18 Records... belle cose a nemmeno 38 anni!
Comunque, non tutti i mali vengono per nuocere: a questo punto, per fare le cose per bene, mi sono prima riascoltato il "vecchio" EP e poi sono passato all'ascolto del full lenght per dare una bella rinfrescata alla mia memoria ed avere ben chiaro di fronte a me il quadro completo degli Ultra-Violence: è con somma soddisfazione che le impressioni pervenute allora sono oggi confermate, ed anzi migliorate con l'inserimento di quelle caratteristiche invocate allora nella mia recensione.
Non ho la presunzione di asserire che la band vi si sia basata per modellare il proprio sound ma indubbiamente fa piacere che proprio la quantità e qualità degli assoli e la maggior cura nell'uso delle voci e dei cori abbiano avuto questa volta una attenzione particolare da parte della formazione piemontese: le ottime basi ascoltate in "
Wildcrash", in particolar modo il coinvolgimento trasmesso dalla semplicità e dalla funzionalità dei brani e l'efficacia dei riffs spaccacollo della coppia
Vacchiotti -Castiglia, quest'ultimo anche dietro al microfono, sono state in questo modo confermate e sviluppate nel nuovo "
Privilege to Overcome", un disco thrash old school veramente entusiasmante in alcuni suoi episodi ed in ogni caso sempre valido e degno nonostante una durata, eccessiva, di quasi 60 minuti. Una ventina di minuti in meno avrebbero sicuramente giovato alla snellezza dell'album, nonchè magari alla pubblicazione del lavoro successivo! ;)
Detto questo, è un piacere fiondarsi tra le cavalcate e le stoppatone di "
Spell of the Moon" ed "
Order of the Black" e non si tratta nemmeno degli episodi migliori del disco: le nostre preferenze assolute vanno al terzetto costituito da "
Turn into Dust" (brividi durante il brano mi hanno riportato alla mente i migliori
Vio-Lence, quelli di "
Eternal Nightmare"), "
Stigmatized Reality" e la portentosa "
L.F.D.Y.", caratterizzata da un riff portante perfetto, dei cori a dir poco trascinanti ed un'energia fuori dal comune: purtroppo nella seconda metà di "Privilege to Overcome" ci sono alcuni brani meno ispirati (tranne l'ottima conclusione assegnata a "
Ride Across the Storm") che abbassano un poco il giudizio globale ma sono dettagli in questo momento di poco valore dopo 40 e passa minuti di autentica revival goduria del thrash che fu.
Da segnalare infine la cover degli
Ira credo anch'essi piemontesi "
Metal Milizia", l'assai buona produzione e specialmente la copertina ispirata ad Arancia Meccanica di Kubrick, disegnata in pieno vecchio stile thrash: un album che non ha nulla da invidiare (anzi) ai più noti colleghi d'oltralpe o d'oltremanica ed ai nomi più blasonati di tutto il revival thrash degli ultimi anni.
Con tutta questa energia in corpo e nella musica sarebbe un gran piacere poterli ammirare dal vivo mentre sul palco devastano tutto a suon di sferragliate thrash...
sarebbe o sarà? ;)