Non ci posso credere… scusate il modo molto poco ortodosso con il quale inizio questa recensione del nuovo album degli
Mpire Of Evil, ma dopo averlo ascoltato lo sgomento ha avuto la meglio su di me, e la domanda è nata spontanea: perché?? Per chi fosse vissuto su Marte negli ultimi anni, gli Mpire Of Evil sono la band di Mantas e Tony “Demolition Man” Dolan, entrambi ex
Venom, e di Antton, anch’esso alla corte di Cronos, nonché suo fratello, il quale, però, è stato scaricato l’anno scorso ed è stato sostituito da Marc Jackson.
L’esordio dei nostri non è dei più felici, visto che “
Creatures of the black”, l’EP che ha portato la band sul mercato discografico, altro non era che una raccolta di cover inframmezzate da un paio di inediti. Con l’arrivo del full length “
Hell to the holy” le cose non sono certo andate meglio, visto che il disco in questione era abbastanza scialbo e privo di mordente.
Data la caratura del duo in questione, e soprattutto visti i suoi trascorsi storici, era quindi lecito, in occasione della pubblicazione del secondo album, attendersi non dico un capolavoro, ma quanto meno un disco che rendesse giustizia a quanto di buono fatto in passato dai due. E cosa ci ritroviamo invece tra le mani (e qui si torna alla mia domanda iniziale…)?
Due inediti, peraltro già pubblicati sull’EP “Demone”, uscito un mese prima di questo “Crucified”, e ben nove brani dei Venom periodo Dolan (“Prime evil”, “Temples of ice” e “The waste lands”), ri-registrati per l’occasione!!
Ora, vorrei che qualcuno di voi mi spiegasse il senso di tutto ciò… Invece di rimboccarsi le maniche e dare alla luce dei brani inediti, questi due signori cosa fanno? Decidono di non rischiare, di andare sul sicuro, e di riportare alla luce i pezzi migliori di quel periodo storico dei Venom tanto amato/odiato dai fans della band. Io reputo tale operazione una vera schifezza, atta soltanto a spillare soldi ai die hard fans, e mi stupisco di come abbia potuto la
Mausoleum Records dare il via libera a tale scempio. Per quanto mi riguarda vi dico di acquistare direttamente l’EP “Demone”, se proprio morite dalla voglia di ascoltare nuovo materiale fuoriuscire dalla sei corde di Mantas, perché sinceramente dei remake di quei brani potete farne decisamente a meno, visto peraltro che gli originali, come sempre accade in questi casi, possiedono un fascino decisamente più accattivante di queste cover di lusso.
Per quanto riguarda i due brani inediti, cosa dire… si tratta di due belle bordate thrash, e la cosa ti fa incazzare ancora di più perché dimostra che il duo di pallottole da sparare ne ha ancora parecchie, quindi scoccia decisamente che si mettano a perdere tempo stando dietro al loro illustre passato invece di concentrarsi sulla composizione di nuovi inediti, tutto questo con il solo scopo di avere un nuovo album sul mercato e giustificare, così, l’ennesimo tour/beffa ai danni dei propri fans.
Mi dispiace, ma sono deluso e sconcertato, e quindi la sufficienza non la do' neanche sotto tortura… Un’altra occasione persa per avvalorare il motto che tanto fieramente il signor Mantas ha sbandierato ai quattro venti quando è nata la band: “
More Venom than Venom”.
Forse ha confuso il concetto, ed è per questo con continua ad auto coverizzarsi…