Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:49 min.
Etichetta:Coroner Records

Tracklist

  1. ENTER INTO THE BATHYSPHERE
  2. AND EMBRACE THE ABYSS
  3. ECHOES OF SILENCE
  4. THOUSANDS CARYBDEA
  5. HOMOCENE
  6. TEN MILES UNDERWATER
  7. L'IVRESSE DES PROFONDEURS
  8. ARCHITEUTHIS DUX
  9. TALES OF ATLANTIS
  10. STOMIAS BOA
  11. BEHOLD KRAKEN
  12. WILLIAM BEEBE

Line up

  • Antoine Bibent: Vocals
  • Alex "Ash" Houngbo: Guitars
  • Mikael Rumèbe: Bass
  • Jérôme Blazquez: Guitars
  • Sydney Taieb: Drums

Voto medio utenti

Come conquistarmi in 1 secondo: chiamare l'intro "Enter Into the Bathysphere" e riportarmi alla mente le ore passate a godermi quel capolavoro di Bioshock. Bravi francesini, vi siete giocati benissimo le vostre carte e avete attirato la mia attenzione senza nemmeno iniziare a suonare.

Poi hanno iniziato a suonare e bon, uno schifo.

Decisamente scherzo, perchè sono pure bravi questi Atlantis Chronicles, ma bravi parecchio. Come ci anticipano nella loro descrizione sulla pagina Facebook, il loro è un Death Metal piuttostamente puro, influenzato solo lievemente dal più moderno metalcore, anche se davvero in minima parte. Per affinità stilistica mi hanno ricordato parecchio i Capharnaum di un giovane Matt Heafy o alcune soluzioni proprie ai Death di "Sound of Perseverance", ma il paragone con questi ultimi è davvero proibitivo e azzardato.
Death metal dicevo, altamente tecnico e davvero parecchio ispirato, senza seghe eccessive, nel quale le atmosfere subacquee, ovattate e oscure dei fondali oceanici la fanno da padrone sia nei testi sia in alcuni passaggi strumentistici. Qua e la fanno capolino influenze -core, ma niente di eccessivo e soprattutto è un -core che ci sta, che non snatura il sound base della band ma che anzi lo arricchisce di sfumature di sicuro interesse, senza tra l'altro andare a pescare quello spesso fastidioso vizio di utilizzare per forza le clean vocals nei ritornelli.
E un ulteriore punto a favore di questo disco è che le 12 canzoni che lo compongono rimangono ben distinte tra loro, creandosi una propria identità e non mischiandosi nel marasma che spesso e volentieri si crea quando gruppi super-tecnici riempiono il disco di filler più o meno inutili, giusto per allungare il brodo: qui di brodo non se ne vede nemmeno l'ombra, qui ci sono solo gelide, torbide e perigliose acque oceaniche.

Benvenuti quindi agli Atlantis Chronicles e al loro mondo subacqueo: lasciamoci accarezzare dalle onde, condurre dalle tempeste e trasportare dalle correnti. "Ten Miles Underwater" è un mondo affascinante che sicuramente non scontenterà nessun amante del death. Come si dice in questi casi, ne sentiremo parlare.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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