Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:48 min.
Etichetta:MASD Records

Tracklist

  1. VIOLENT BEHAVIOR
  2. TOOLBOX TERROR
  3. MANIAC
  4. NOT DEAD YET
  5. HANGED, DRAWN AND QUARTERED
  6. LETHEON
  7. DOPPELGANGER
  8. BLOODBATH
  9. CHOP UNTIL YOU DROP
  10. U.F.O.
  11. ALL I SEE ARE CORPSES
  12. HERITAGE

Line up

  • Matteo "Bordo" Bordino: vocals
  • Roberto Lucanato: guitars (lead)
  • Andrea Giordano: guitars (rhythm)
  • Sergio "Serb" Biancanelli: bass
  • Luca "Bordi" Bordino: drums

Voto medio utenti

Secondo album ed esordio distruttivo sotto MASD Records questo combo death metal genovese.
I nostri prendono a piene mani dal death più marcio, feroce e senza nessun compromesso e lo fa con qualche tocco moderno.
Ma per completare l’opera la band ligure lo fa con quintali di horror e splatter di cui sono intrise le liriche del disco.
Già dall’apertura affidata a “Violent behavior” ci si rende conto del grado di pesantezza e violenza; riffing compressi, andamento morbido come una lastra di granito e sfuriate in blast beats con riffing dissonanti e un vocione profondo ma dall’impostazione quasi hc.
Il brano ha anche tempi rallentati con riffing malati e un incedere serrato e senza pietà.
Il secondo brano che prende il nome dal monicker del gruppo è una tempesta in blast beats dove vocioni intensi e cavernosi si fanno largo tra riff death metal moderni e qualche sottolineatura melodica oscura.
Il brano ha anche un solos di pregiata fattura estrema con la raffinatezza di un killer.
Hanged, drawn and quartered” ha un riff slayeriano maligno e dissonante con un piglio nervoso e tellurico.
Il brano è devastante con il batterista che distrugge tutto a colpi di blast beat, ma ha anche dei rallentamenti con chitarroni e dualismo growl/scream.
Letheon”, è una strumentale acustica di poco più di due minuti con qualche solo elettrico ma ad alta tensione atmosferica.
Doppelganger”, è death metal moderno con riffing compressi e andamento sostenuto, ma chitarre che serrano le fila di riff quasi thrash/death.
Le vocals passano da tonalità urlate a growl profondo, all’interno c’è anche un piccolo spunto melodico.
La conclusiva “Heritage of horror”, è un brano che sembra quasi strumentale, una sorta di doom/death metal serrato, pesante con un lavoro di chitarra dissonante e malsano; le vocals sono filtrate e cariche di tensione mentre il basso punteggia il tutto fino alla conclusione.
Un album che potrà sicuramente piacere a chi piace il lato oscuro, perverso e horror del death metal visto con piglio moderno e implacabile.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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