E' il New Jersey la patria di questo quintetto chiamato
Grimus, una band dedita al death metal 100% USA style che con "
Omnicide" giunge al proprio debutto discografico sulla lunga distanza, ahimè autoprodotto poichè sfortunatamente ed immeritatamente nessuna label ha avuto l'ardore di dargli fiducia.
Purtroppo arte, bravura e denaro non vanno d'accordo e visto che il death metal, in un mercato discografico in totale paralisi, è il genere più in crisi di tutti, i Grimus così come tutti gli altri newcomers (fino ad un certo punto, visto che alcuni di loro sono già stati presenti in passato con i metalbladeiani
Allegaeon) devono arrendersi all'evidenza e fare musica con il solo scopo di suonare ciò che gli piace e li fa stare bene, dato che una chance di vedere un benchè minimo ritorno economico non esiste proprio.
Peccato, perchè "
Omnicide" è davvero un ottimo debutto, molto variegato, d'impatto, capace di colpire nelle furiose accelerazione che la band dimostra di possedere pienamente grazie ad una maestria tecnica non indifferente, negli slowdowns mai noiosi, negli assoli quasi epici e stentorei della grandiosa coppia d'asce
Bobadilla/Munoz (completano il quadro di chiare origini centro/sudamericane
Martinez alla voce,
Goncalves al basso ed
Andrade alla batteria), con una produzione che non ha nulla da invidiare a Cannibal Corpse e compagnia famosa, ottenuta addirittura a casa del chitarrista (ormai la tecnologia a basso costo è miracolosa), col solo mastering effettuato da
Alan Douches (già con
Cannibal Corpse, Beneath the Massacre e Job For A Cowboy) ai West West Side Music.
Un album annichilente da quanto trasuda rassegnazione, negatività, abbandono, al pari di lavori di gruppi assai più blasonati come
Immolation, Deicide, Malevolent Creation: raccomandatissimo un ascolto agli ormai sempre più sporadici fan del metal estremo più bello del mondo.
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