Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:55 min.
Etichetta:Escape Music

Tracklist

  1. HEAVY METAL HEAVEN
  2. BLACK WIDOW LADIES
  3. F.O.A.D
  4. MISERY
  5. SOS
  6. ROCK N ROLL CITY
  7. STEP IN
  8. SCREAM
  9. PRETENDER
  10. WHERE HEROES FALL
  11. METAL TIME

Line up

  • Paul Hume: vocals, guitar
  • Neil Ogden: drums
  • Howie G: guitars
  • Josh ‘Tabbie’ Williams: bass

Voto medio utenti

Che cosa accade se metti insieme due membri dei Demon con uno dei Persian Risk? Anche se in realtà non si tratta esattamente di componenti “storici” delle due cult-band, direi che è difficile immaginare qualcosa di diverso da un buon disco di hard-rock metallizzato classico e appassionato.
“Rock savage”, il debutto dei Lawless mantiene esattamente quello che la presenza di Neil Ogden, Paul Hume e Howie G, supportati dal meno noto Josh Williams (proveniente dagli HeadrusH), promette, e cioè un ricco concentrato di melodie catalizzanti, riff taglienti, solos essenziali e ritmiche pulsanti, il tutto condito da vividi scampoli d’imprescindibile NWOBHM, come da migliore tradizione ottantiana.
Se amate le nobili referenze dei succitati protagonisti della band, e assieme a loro apprezzate pure gente come Saxon, Scorpions, Samson, Shy, Stryper, Dio e Grim Reaper (gli ultimi, specialmente), non potrete che gradire anche il programma di questo disco, formato da vere “canzoni”, interamente di livello piuttosto elevato, pur nel rigore formale della loro rigida appartenenza stilistica.
Anche in un contesto complessivo così equilibrato e piacevole, le mie preferenze vanno sicuramente alla scoppiettante opener “Heavy metal heaven” (“we live in a heavy metal heaven …” c’è qualcosa di più kitsch e al contempo appassionante di un refrain come questo?), al sontuoso clima melodrammatico di “SOS”, alla seduttiva “Rock n roll city” e ancora alla ruffianeria bluesy di “Step in” (altro ritornello da “incorniciare”, nella sua frivolezza …) e alla celebrazione Rainbow-esque di “Scream”, terminando le necessarie menzioni d’onore con la favolosa “Where heroes fall”, un gioiellino dal vibrante e suggestivo afflato epico, non lontanissimo da certe cose degli stessi Demon, per la cronaca una delle formazioni più sottovalutate della storia della musica.
Sottolineando la prestazione di Paul Hume alla gestione microfonica (un’autentica sorpresa … non conoscevo le sue notevoli doti canore …), non mi resta che consigliare questi simpatici “Senza Legge” a chi vuole divertirsi (perché di questo si tratta, in realtà, e “Metal time” ne è un’altra lampante dimostrazione …) con un’oretta di questa “vecchia roba”, senza enormi pretese artistiche, magari, e tuttavia sempre assolutamente coinvolgente e avvincente.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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